Dall’Introduzione di Giuliano Ladolfi
Poesia ostica quella di Cimenti, dura da digerire; la leggi e ti sembra di capire, ma, quando chiudi il testo, tutto scompare come se i pochi pensieri fossero stati scompigliati dal vento. Poi scorri la nota dell’autore e tutto sembra chiaro: la breve raccolta è ben strutturata, nigredo, albedo e citritas ossia tenebra, luce e saggezza. In effetti, così sono disposte le composizioni, ma qualcosa sfugge, non entra negli schemi mentali, resta celato. Allora rileggi e rileggi i testi e, dopo un momento di chiarezza, piomba la percezione che l’elemento compreso non è fondante, non sorregge l’impalcatura.
Continua a leggere