COMMENTO DI LUIGIA SORRENTINO
Penso che uno dei libri che maggiormente rappresenti Arbasino, sia “Fratelli d’Italia”. Un libro intelligente che soltanto un intellettuale della sua portata avrebbe potuto scrivere. Il romanzo, edito da Adelphi, racconta uno sfrenato «viaggio in Italia» degli anni Sessanta, uno smisurato Grand Tour di ventenni on the road. Ma che Italia era quella!
Cosi si legge nel risvolto di copertina:
“Quando fu pubblicato nel 1963, “Fratelli d’Italia” era un romanzo di avventure intellettuali e picaresche attraverso le follie del boom economico e le metamorfosi della società e del paesaggio, delle illusioni e dei caratteri.
Oggi questo romanzo ci viene incontro come l’opera «totale» di una vita. Così rinasce tutto nuovo questo libro irriverente e imponente, che racconta l’Italia di allora e di oggi più di qualsiasi summa, con l’estro insolente di un autore che ha saputo infondere nella lingua e nella letteratura italiana una leggerezza e una mobilità senza precedenti.
Comico, enciclopedico, spettacolare, efferato, divertentissimo, questo romanzo di formazione, di conversazione e di idee si presenta anche come una ricapitolazione allucinatoria del Novecento europeo: pieno di figure storiche e personaggi reali, di scoperte e polemiche, di peripezie mondane e aneddoti autentici e battute pazzesche. Notti senza fine di giovani che discutono dei loro autori e dei loro amori fino all’alba, progettando grandi opere-sogno letterarie e teatrali e musicali vere o immaginarie o fantastiche. Continua a leggere