Commento di Alberto Fraccacreta
L’Enchiridion (letteralmente, ‘ciò che si può tenere nella mano’) è un manuale che raccoglie le lezioni del maître à penser, come se fossero «a portata di mano». Esiste, ad esempio, l’Enchiridion di Epitteto, un trattatello vergato dallo storico greco-romano Arriano di Nicomedia, non troppo difforme nel contenuto dalle Diatribe del filosofo stoico. Alessandro Ramberti, con questa sua lieve e intensa raccolta – divisa in due parti, Idilli e Piccolo manuale per abbracciare il cielo –, intende mostrare al lettore la saggezza di vita adunata nel corso degli anni, in virtù di uno sguardo rivolto al «celeste»: protagonisti sono Gesù e la sapienza cristiana (particolarmente in Noi siamo la risposta, Grazia, Spogliazione, Benedizione, Sale), ma non mancano incursioni nella tradizione orientale (Fúhào 符号), com’è consuetudine nei versi di Ramberti. La scrittura è metricamente cadenzata, rispettosa del verso naturale, piana, metastasiana.
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“Non sono venuto a metter pace…”
La spada di Gesù
è un taglio all’illusione
ci mostra e ci ricorda
il gesto balbuziente
di quel Mosè esiliato
richiamato dal Fuoco
a sé stesso al suo popolo
a diventarne guida
sapendosi imperfetto.
Perla
In noi c’è un algoritmo
moltiplica le cose
che possono cucire
i baratri fra i corpi
può anche alzare muri
di pensieri. È un programma
senza massa – distende
legami di empatia
ma se non l’attiviamo
se ne sta lì inerte
nel nostro io – richiamo
latente a rifiorire.
Fuori di te
Se sei disceso a fondo
nel pozzo malinconico
unendo la distanza
dall’orlo-occhio di luce
all’infimo sostrato
inevitabilmente
come ogni navigante
avrai sperimentato
l’impulso di gridare
magari senza voce
certo completamente
rivolto oltre te stesso
come se ti vedessi
da un’altra angolatura
fuori di te soccorso
dai volti sorridenti
alcuni sconosciuti
ai quali avrai sorriso. Continua a leggere