L’Urlo di Munch esposto al MoMa di New York

Il collezionista che lo ha comprato lo dà in prestito a uno dei più importanti musei d’arte  del mondo, il MoMa di New York. L’opera sarà in esposizione dal 24 ottobre 2012 e per sei mesi, fino al 24 aprile 2013 ed è una delle quattro versioni dell’Urlo di Edward Munch, venduta da Sotheby’s per quasi 120 milioni di dollari. Un record mondiale: è l’opera d’arte più costosa mai venduta a un’asta.

Per la prima volta anche il pubblico di New York potrà ammirare il capolavoro dell’artista norvegese, un pastello su tavola del 1985. Continua a leggere

A Milano, “Caffè Copenaghen”

“Caffè Copenaghen”, il primo Festival dedicato alla cultura danese, per più di un mese (fino al 25 giugno) occuperà diversi luoghi di Milano, tra cui l’Apollo spazioCinema, la Mediateca Santa Teresa, lo showroom Fritz Hansen, la Galleria di Arte Moderna, il Piccolo Teatro Studio, la Biblioteca del Parco Sempione, il Cinema Palestrina.

Il festival, ideato da Iperborea, nasce in occasione di due importanti anniversari di classici della letteratura danese (il centenario della morte di Herman Bang e il cinquantenario della morte di Karen Blixen) e in coincidenza con il semestre di presidenza Unione Europea danese e di numerose iniziative culturali danesi che si svolgono contemporaneamente in tutta Europa.

Nicole Janigro, ‘Le lingue e i luoghi’

Altre scritture: Nicole Janigro ‘Le lingue e i luoghi’
a cura di Luigia Sorrentino

All’inizio non c’era che una sola lingua. Gli oggetti, le cose, i sentimenti, i colori, i sogni, le lettere, i libri, i giornali, erano quella lingua.
Non avrei mai immaginato che potesse esistere un’altra lingua, che un essere umano potesse pronunciare parole che non sarei riuscita a capire. Perché avrebbe dovuto farlo? Per quale motivo?

Agota Kristof, L’analfabeta

Voi vorreste, signori, che vi mostrassi la mia casa natale? Ma mia madre ha partorito nell’ospedale di Fiume, e questo ospedale è ormai distrutto. Non riuscirete a mettere una lapide sulla mia casa, perché anch’essa è probabilmente distrutta. Oppure dovreste mettere tre, quattro lapidi con il mio nome: in diverse città e in diversi stati, ma anche qui io non potrei aiutarvi, perché non so quale è stata la mia città natale, non mi ricordo più dove ho vissuto durante l’infanzia, so appena in quale lingua ho parlato.
Quel che ricordo sono immagini: la palma che dondola e gli oleandri da qualche parte vicino a un qualche mare, il Danubio che scorre torbido, verde, vicino ai prati, una filastrocca: èn-den-dina, ti-raka, tina…

Danilo Kis, Apatride Continua a leggere