Daniela Pericone, da “La dimora insonne”

Daniela Pericone, credits ph. Antonio Sollazzo

Restiamo nel folto
che inscena promesse,
l’incerto del bosco è sollievo
ai giorni che non salvano,
scavalco senza respiro perdite
e insonnie – siamo al culmine
o all’esordio della piena –
così d’ognuno la vita, solo
vorrei non dirla divisa
da queste mie mani, se esista
riparo o anneghi la pena
– sperperio, lingua che stenta
e frana anche l’aria.

***

I tuoi fogli, precisa
vaghezza, dimorano
assorti in radure.
Non si cura di loro
la sabbia, solerte ricopre
le rive – non c’è acqua
che basti ai deserti.

***

Tutto è compiuto
le carte dispiegate
contano torri, crolli
irredimibili, tuttavia
non vanisce il prodigio
che c’inventa e non duole –
così dev’essere non tradirsi,
contemplare ostinate
parole tiene unite le crepe.

***

La dimora insonne
consegue il suo silenzio
riposano le carte
mansuete – i suoi labirinti
sono roghi di penombra,
preludio d’ultimo
abbaglio, tenebrore. Continua a leggere