Anna Elisabetta Raffin, i migranti della Val Rosandra

Senza Corpo è un progetto fotografico di Anna Elisabetta Raffin sul fenomeno migratorio lungo la rotta balcanica..

Anna Elisabetta Raffin, da sempre interessata al tema dei migranti, ha voluto realizzare un progetto artistico fotografico intitolato – Senza Corpo– con l’intento di attirare l’attenzione sul problema e anche per aiutare l’associazione Linea d’Ombra di Trieste  con la quale è in contatto, associazione di volontariato che fa un lavoro improbo, invisibile ai più. È andata in un bosco della val Rosandra, dove appunto arrivano i migranti dalla rotta balcanica e ha raccolto vestiti e oggetti lasciati da questi prima di entrare in città (si cambiano per non essere riconosciuti). Li ha poi portati a casa e fotografati secondo l’ottica del progetto: prodotti di consumo in un sito dall’apparenza di un e-commerce, con relativo pulsante d’acquisto.

La contrapposizione tra il mondo asettico del consumismo e la realtà tragica di queste persone vuole mettere in evidenza le contraddizioni di una società che vive in una bolla di benessere, professando grandi valori e diritti, i quali hanno, però, una resistenza morale solo fino ai confini del paese.

“L’assenza del corpo non è solo un richiamo al corpo umano che ha indossato quegli abiti (…) ma è soprattutto un’allusione al corpo privato di valore umano, di diritti e di ruolo sociale.

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Nerina Toci, “L’immagine è l’unico ricordo che ho”

In uscita il 9 novembre 2017 in tutte le librerie “L’immagine è l’unico ricordo che ho“, il primo libro fotografico di Nerina Toci con la prefazione di Letizia Battaglia.
Un intenso libro fotografico in cui la fotografa Nerina Toci esplora la sua immagine che diviene soggetto dei suoi scatti. La fotografia è il pretesto per indagare dentro se stessa, immortalandosi in spazi interni, spesso spogli, e in mezzo alla natura, e mostrando i soggetti con i quali ha un rapporto empatico.


Gli scatti di Nerina mostrano se stessa in una nudità contemplata e in un solitario abbandono. Immagini romantiche e decadenti, drammi dicibili e indicibili, eterni in ogni istante. La donna ride, si dispera e a volte piange, cercando le fattezze di un volto ritrovato e, dissimulando, imbroglia lo sguardo per poi catturarlo, mostrandosi nella sua violata identità. Continua a leggere