Dalla Prefazione di Davide Rondoni
La poesia di Valentina Colonna è un fiore di musica e di solitudine. La natura profonda della sua voce sale da due esperienze vaste che attraversano tutto il suo vissuto: una è la musica di cui lei è interprete e studiosa, l’altra è una radicale solitudine esistenziale, quella che i poeti devono conoscere per poter dare fiori per tutti.
La poesia accade in quest’autrice quasi come controcanto, come segno complementare e però in certa misura opposto alle due potenze che la abitano. […]
Credo che Valentina Colonna sia una innamorata della “possibilità”. Del resto il suo amato repertorio barocco (è specializzata in quella musica per clavicembalo e piano) è una testimonianza tra struggimento e virtuosismo della “possibilità” come categoria fondante dell’esistenza.