Caproni, le metamorfosi della Bestia
A Roma, tra i gioielli di carta della Biblioteca del poeta livornese.
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di Elisa Donzelli
Il 7 gennaio di cent’anni fa nasceva Giorgio Caproni, (nella foto di Dino Ignani). Amava definirsi ‘genovese di Livorno’ perché nel capoluogo ligure era arrivato all’età di dieci anni trascorrendo parte dell’infanzia e la giovinezza tra gli studi di violino e i primi esperimenti poetici. Ma il 1° novembre del 1938, fresco dei versi pubblicati in due brevi raccolte, aveva lasciato la casa dei genitori e si era trasferito a Roma per insegnare nelle scuole elementari. Dopo la guerra “penetrata nell’ossa”, dalla Val Trebbia era tornato nella Capitale senza immaginare che proprio qui, “purtroppo o per fortuna”, avrebbe abitato per tutto il resto della sua vita, sino al 22 gennaio del 1990. Alla “luce rossa di Roma”, ai suoi ponti, ai suoi quartieri Caproni ha dedicato alcuni dei versi più alti del Novecento nutrendo per lei un affetto assai più contraddittorio e intermittente (e ancora poco indagato) rispetto a quello per la Livorno di sua madre “Annina” e per la sua “Genova di tutta la vita”. Continua a leggere