Galloni, “Bestiario dei giorni di festa”

Gabriele Galloni, credits ph. di Dino Ignani

NOTA DI LUIGIA SORRENTINO

Bestiario dei giorni di festa è un libro che Gabriele Galloni aveva ultimato, o forse stava ultimando, nei giorni che hanno preceduto la sua improvvisa e prematura scomparsa, a soli 25 anni. Si tratta di quaranta testi brevissimi, quasi tutti formati da tre versi, terzine di endecasillabi. I componimenti di Gabriele come negli antichi bestiari medievali, hanno per titolo nomi di animali, pesci, uccelli, rettili, insetti. Bestie, appunto. In realtà sono maschere, travestimenti, dei quali il giovane poeta si serve da un punto di vista stilistico. Riprendendo certi toni favolistici di Esopo, Galloni ammonisce i comportamenti umani spesso caratterizzati da incongruenze, assurdità, contraddizioni, e soprattutto, incoerenze logiche e morali.  Se si riflette su questi testi pubblicati postumi, senza rinunciare al gioco e all’ironia, ognuno di noi può incontrare proprie o altrui, contraddizioni, bassezze, viltà.

 

Il cane

Un cane con due zampe è sempre un cane.
Purché sempre ricerchi con la coda
la fissità delle cose lontane.

Lo struzzo

Andando sempre avanti tutto il mondo
ci dimenticherà. Lo struzzo
preferisce così girare in tondo.

Il maiale

Il maiale divora le carcasse
dei suoi simili. Si fa il bagno nei liquidi
mortuari; è sempre il primo della classe.

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Un bestiario, di Mariagiorgia Ulbar

ulbar_libridi Maddalena Lotter

Nella sua opera per bambini “Pierino e il lupo” (Petja i volk, 1936), il compositore russo Sergej Prokofiev sceglie di affidare ad ogni strumento musicale il ruolo di uno dei personaggi della storia. Il suono allusivo del clarinetto è il gatto, la leggerezza del flauto è l’uccellino, i tre corni francesi sono il lupo, e così via. Questo perché è più semplice, nel caso di Prokofiev, per un pubblico di bambini, far comprendere il messaggio artistico attraverso la personificazione/animalizzazione della musica in figure già note agli ascoltatori per alcune caratteristiche: il gatto è sornione, l’uccellino è vivace, il lupo è forte.
Nell’universo letterario medievale, i bestiari erano testi che contenevano descrizioni di animali reali o immaginari accompagnate spesso da alcune considerazioni simboliche, moralizzanti e religiose. E’ facile comprendere come già allora la catalogazione delle bestie fungesse da descrizione e spiegazione dei caratteri umani. Continua a leggere