bisognerà capire cosa ci porta
a credere nei grani a farne
sabbia di clessidra tra le mani
a non rompere i cristalli dorati
a tornare là dove siamo nati
nella casa con le pareti bianche
dove ogni cosa ha un nome
che chiamiamo ogni confine
è un richiamo che rapido svalica
si espande nel mondo
in un sussulto di folate tra
bacche d’acacia e lino chiaro
nella luce obliqua delle persiane
nel sacramento giurato sul
simulacro trasparente del mare
bisognerà capire cosa ci resta
della pazzia della festa del
calore di fiamma che ancora
difende la giovinezza
dei nostri corpi abbracciati
nell’alba tra i vapori, mentre
sprofonda l’ombra delle sagome
che ci furono accanto e d’un
tratto la memoria è un male
stordente l’umanità affonda
nella ragione oscura
i papaveri stentano a fiorire
e un tempo immobile non
spiega non glorifica ma non
rinnega la causa dei giorni
*
Dalla sezione: Nel nome del mare
aspetti sempre che qualcosa succeda
mentre alzi gli occhi
agli alberi che temono l’autunno
la strada si è fatta più lunga e
quel cartellone ieri non c’era
è una milizia certa quella del tempo
da assoldare nell’esercito mercenario
per le guerre sull’altare di pietra
nella chiesetta – frontiera del Golfo[1]
contro il pallore del mare d’ottobre
pagarlo e lasciarlo libero di fermarsi
un poco a riposare senza fretta
provare a bagnarsi le mani
dove scorre la sabbia di ematite
raccogliere una scheggia di bucchero
e costruirci un bicchiere
bere un sorso di maestrale
da quella breccia che ingrossa
l’aria di sale antico e tamerici
magari è così che si cresce
dopo il pane con zucchero e vino
dopo le vendemmie e le rose
quando tutte le cose sfumano
in un sentire lontano e dici
è così che si cresce per le croci
da cui siamo fuggiti
per quell’aria soffocante di casa
dove l’orizzonte era solo una linea
magari è così che s’incontrano teatri
con le quinte a colori vivaci
rammendate che non importa quanto
è così che si consumano chilometri
si stringono corpi si gettano paramenti
argenti s’indossano senza più valore
senza l’ardore che ci fece scuola
e aspettando ancora si torna all’inizio
si alzano gli occhi
agli alberi che sono già primavera
la strada è più corta ora
e di quel cartellone lo scritto è sbiadito
*
Dalla sezione: Materiale non riciclabile
noi per la vita
noi per la morte
noi per l’eterno sentire
noi per non capire
noi che fummo e che siamo
l’umanità dolente
di quel dolore forte
che acceca la mente
l’umanità perduta
fottuta dall’ottusa gente
noi che credevamo
noi che non crediamo
noi che speravamo
noi che non speriamo
noi che amavamo
noi che non amiamo
noi che non ci siamo più
senza famiglia senza virtù
con un sogno che muore
ogni momento
ogni singolo momento
un sogno fermato
in un pugno in un lamento
nell’acqua che avanza
nel vento che squarcia
nel sole che brucia ancora di più
*
Dalla sezione: Quel segno che manca (febbraio 2020 – gennaio 2021)
guardo l’orchidea sul tavolo della cucina
ogni tanto lascia andare un fiore
si secca e scende dal ramo
che perde la sua freschezza
si spoglia del suo colore
è ancora bella però penso
trafitta da quell’ultimo raggio
di luce tradito dalle pieghe arancio
della tenda se avesse una sua voce
mi direbbe di questo tempo
mi direbbe che perdo i contorni
dei volti di chi amo i colori degli
occhi la linea disegnata dei profili
i gesti delle mani che le parole sono
fioche e vuote anche ai cellulari
mi direbbe che è sfumata la veste
del mare e l’orizzonte non è più
una linea dove poggiare lo sguardo
che la neve non è scesa quest’anno
e l’erba aspetta paziente il ritorno
mi direbbe che i sogni sono incubi
che il pianto che sento è lontano
ma vero che la notte ha sepolto
i migliori di noi nella via crucis
dei camion delle loro luci in cordata
mi direbbe che la vita non l’ho mai capita
che non può accadere soltanto che il
bicchiere si riempie quando l’acqua scorre
che la tunica non si gioca ai dadi
ma si taglia e si cuce con le mani
e mi direbbe l’orchidea di questa Pasqua
puntuale affacciata alle nostre finestre
come quella macchia di ginestre di cui
rivedo nel bosco fitto l’ambizione del bagliore
il chiarore infestante della Resurrezione Continua a leggere