Pagine per gli affetti, il bene visto con la serenità di chi accoglie tante cose, forse anche il senso stesso della morte. Quasi si allineasse all’età un tempo sovraccarico, ecco apparire i ricordi, il bisogno insopprimibile di parlare a qualcuno che conta o ha contato, fino a diventare nelle parole di chi scrive, a sua volta una voce. Non importa se non c’è risposta, il dialogo dell’autore con un tu, di volta in volta diverso, è un andare alle cose più care non per chiedere conferma di se stesso o perché le parole fermino e restituiscano pezzi di vita, ma piuttosto per quell’amore che insieme all’acuirsi dei vuoti dà presenza, con la certezza che la precarietà di ogni situazione è cartina di tornasole per ciò resiste. Claudio Recalcati con “Cartoline dell’addio” torna a temi a lui consueti, ma con uno struggente sentimento di malinconia per un mondo che non è più, nemmeno nel clima: “ Il tempo è mutato tanto e piove sempre/ come in un film gotico…/“ (p. 16). Continua a leggere