L’amicizia fra Castor Seibel e Giacinto Scelsi

Domenico Brancale cura per PROVA D’ARTISTA Un’amicizia – Castor Seibel e Giacinto Scelsi. La nota di questa amicizia artistica e profonda è per Domenico Brancale, il Mi, la terza nota della scala musicale, l’unica priva di diesis e di bemolle come se Brancale volesse affermare la verità umana nell’assolutezza del suono della parola: l’amicizia fra due persone emette un suono netto, definito, privo di  “alterazioni”, perché  per Brancale, è un dialogo infinito, perenne, che non può esistere senza l’essere umano, così come la musica non può esistere senza il suono.

(Luigia Sorrentino)

 

ESTRATTO

Antifona

per Sharon Kanach

M’illumino / d’immenso – la poesia di Giacinto Scelsi, se solo fosse capace di definirsi, potrebbe certo fare suo questo grido di Giuseppe Ungaretti.

Sant’Agostino confessa: “A chi mi rivolgo quando mi rivolgo a Dio? Alla luce che è in me.” Come parlare dunque, in altri termini, della poesia? Lei che, con ogni poeta genuino*, estende i suoi confini? Sant’Agostino, per continuare: “Che cos’è dunque il tempo? Se nessuno me lo chiede, lo so bene, ma se mi chiedono di spiegarlo, non lo so più.”

La poesia – quando c’è poesia – rifiuta e distrugge ogni tentativo di spiegazione. La poesia è, punto e basta.

È lei che porta l’uomo verso il suo interno che è spazio illimitato. Come, come voler spiegare la poesia quando è lei stessa che spiega il mondo!

Per Giacinto Scelsi, poesia e suono costituiscono questo spazio illimitato, questa luce che ci unisce all’universo.
L’uomo e l’universo, così pensati, fanno un tutt’uno: ma solo così. Lui, Scelsi, si vuole messaggero!
Imbevuto, compenetrato, impregnato di ciò che ascolta in se stesso e che trasforma in poesia verbale o musicale, ce lo comunica al più alto grado d’incandescenza, laddove l’incanto – incantesimo**, dice lui – comincia ad agire.
Scelsi si immagina come semplice veicolo attraverso cui passa ciò che, continuamente, è in divenire.
Attenzione però a non sbagliarsi: il chiaro non deriva dal chiaro ma dall’oscuro, dalla notte più profonda, come dice Henri Michaux, amico di Scelsi, “oscurità antro da cui tutto può scaturire, in cui tutto bisogna cercare, dal lato più oscuro della notte”.

Ecco! La noche oscura e la nada di San Juan de la Cruz.

Notte che genera luce, come il diamante, che viene dall’antracite informe del carbone e che, sotto l’immensa energia di una pressione millenaria, si cristallizza.

Colui che vuole rendere la luce sul foglio bianco, cominci con il tratto nero della grafite.

Giacinto Scelsi: la sua ossessione per le forme geometriche, luogo elevato in cui musica e poesia si congiungono. La sua geometria è ascensionale, poiché va verso la trasfigurazione di se stessa.
Poetica di forme che suscitano l’emozione estetica: visione poetica della nostra esistenza terrena. Forme che si esaltano, parossismo dei loro stessi contorni nella metamorfosi che solo può l’amore di un cuore ardente, quello di Giacinto Scelsi, che immaginava lo spirito come una luce viva sull’anima.

Castor Seibel
Parigi, gennaio 2006

* In italiano nel testo
** Testo apparso nel volume Giacinto Scelsi, L’homme du son, Acte Sud, Arles 2006 Continua a leggere

Omaggio a Giuseppe Panza di Biumo

 
logo_1866La passione della collezione a cura di Nicoletta Cardano e Francesco Moschiniin in collaborazione con M. Giuseppina Caccia Dominioni Panza opere in mostra provenienti dalla Panza Collection, Lugano.
Inaugurazione giovedì 11 dicembre 2014| ore 19.30
Apertura al pubblico 12 dicembre 201431 gennaio 2015
da lunedì a sabato | ore 09-19
E’ stata inaugurata nell’ambito della Giornata di Studio che l’Accademia di San Luca dedica a Giuseppe Panza di Biumo la mostra Omaggio a Giuseppe Panza di Biumo: La passione della collezione.
Nella Galleria al terzo piano di Palazzo Carpegna, accanto alle raccolte dell’Accademia, saranno esposte una decina di opere molto significative della collezione e del suo sviluppo.Giuseppe Panza di Biumo radunò, a partire dagli anni Cinquanta fino al Duemila, un’eccezionale collezione d’arte contemporanea; attraverso le sue ricerche e il rapporto diretto con artisti, musei e gallerie riuscì con straordinaria lungimiranza a capire il valore e le potenzialità di ciò che era ancora in divenire. Continua a leggere

In memoria di te, Peggy Guggenheim

Peggy Guggenheim
a cura di Luigia Sorrentino

La Collezione Peggy Guggenheim è il museo più importante in Italia per l’arte europea e americana della prima metà del ventesimo secolo. Ha sede a Venezia, a Palazzo Venier dei Leoni, sul Canal Grande, in quella che fu l’abitazione di Peggy Guggenheim.

Aperto nel 1951 dalla nipote di Solomon R. Guggenheim, ricco industriale americano e collezionista d’arte, il museo ospita la collezione personale di arte del ventesimo secolo di Peggy Guggenheim, ma anche opere di altre collezioni e mostre temporanee. Continua a leggere