Marco Magini, "Come fossi solo"

come-fossi-solo-cop-h900p-NFCF71HRAnteprima editoriale

“Come fossi solo”, romanzo di esordio di Marco Magini, pubblicato da Giunti Editore (pagine 224, euro 14). Finalista al Premio Calvino 2013, il libro ha ottenuto la menzione speciale della giuria. Marco Magini, 28 anni, era un ragazzo durante l’ultima guerra di Jugoslavia, quando i telegiornali raccontavano un conflitto di violenza indicibile, quando, per la prima volta, senti’ pronunciare il nome di Drazen Erdemovic. A sua volta solo un giovane uomo. Più precisamente, un ventenne costretto a combattere una guerra voluta da un’altra generazione, messo davanti alla storia o Storia: quella che cambia i confini, le politiche e le possibilita’. Quella che, certe volte, ti porta a dovere prendere una scelta, comunque dolorosa, come in un’antica tragedia greca. Da qui, da un incontro doloroso, nasce la vicenda di questo romanzo che racconta il più grave dei fatti storici seguiti in Europa alla conclusione della seconda guerra mondiale: la strage di Srebrenica. Continua a leggere

Marco Magini, finalista Premio Calvino

Appuntamento

Il romanzo di Marco Magini, finalista alla XXVI edizione del Premio Calvino con il titolo “Come fossi solo”, esordirà con Giunti a febbraio 2014 nella collana “Italiana”.

Con un’opera che unisce impegno civile e forza del racconto, Marco Magini sarà uno degli autori di punta della narrativa italiana di Giunti editore.

“Un esempio di letteratura di testimonianza che affronta con coraggio e in maniera attentamente documentata una pagina vergognosa e rimossa dell’Occidente, il massacro di Srebrenica. Continua a leggere

Francesco Maino, Premio Calvino 2013

Appuntamento

La Giuria decide di assegnare il Premio Calvino 2013 a “Cartongesso” di Francesco Maino (nella foto) per la sua natura felicemente ibrida (non è un romanzo né un saggio né un pamphlet) ‒ un difficile azzardo che nulla toglie alla sua capacità di coinvolgimento ‒ e per la straordinaria potenza inventiva della lingua. Un’invettiva contro il disfacimento del Veneto (e, per sineddoche, dell’intera nazione) e la sua trasformazione in un non-luogo di consumi banali, di vite perse in una generale omologazione, di cui è emblema la corruzione della parola. Il libro è un bilancio insieme personale e collettivo, nel quale la disperazione di un individuo e il suo intenso e inquieto disagio diventano una foto di gruppo antropologicamente esatta ed espressivamente efficace. Continua a leggere