(dialogo con Paul Celan)
Esperimento di dialogo con un poeta amato: Paul Celan.
Elisa Biagini costruisce testi riprendendo singoli versi del poeta tedesco, allontanati dal contesto originario e utilizzati come accensioni di una nuova deflagrazione poetica.
Mi si chiudono
le notti dentro
il palmo,
ti tocco
e sei d’inchiostro.
∗
Troppe cose già dette,
troppo già respirato,
nel palmo
solo una pietra risputata,
piccola come
una mandorla
(il dolce è troppo
nascosto e troppo
duro il guscio).
Contami tra le mandorle (1
(1 Zähle mich zu den Mandeln
∗
La lingua vola ovunque, rotola,
gettala via, gettala via,
e cosí la riavrai: (2
sarà un frullare d’orecchio,
un’ala che s’apre a misurare il cielo.
(2 wirf sie weg, wirf sie weg, | dann hast du sie wieder
∗
Quando la bocca
sputa la parola,
c’è un tempo, un
tra «me e te»,
che è una zolla
affettata dalla lama,
verme che poi
ritrova vita.
∗
Questo torcersi di
piedi, come il cammino
in sogno, come
il racconto in
un orecchio
già di vetro.
∗
Con gli occhi-
forbici ti ritaglio (3
il profilo, ti fermo
con la lama di tempo
che mai fa ruggine.
(3 mit den Augen | -schere