Brunella Antomarini, “Il dio del momento passeggero”

Brunella Antomarini, Credits ph Dino Ignani

di

BRUNELLA ANTOMARINI

Il grande è importante, il piccolo tende all’irrilevante. Il tempo è tanto più grande quando prosegue all’infinito e l’eterno è la sua massima iperbolica estensione. L’istante invece non è nemmeno immaginabile. Nelle tre religioni monoteistiche la divinità è grande. Fa sentire la sua ala protettiva.

L’estensione dà continuità alla psiche che si affida al prima e al dopo nel cui fluire ogni cosa che accade è successiva, lineare, strutturata. Poi c’è uno strappo. E lo shock. Lo stato di shock rovescia quella percezione delle cose.

Nel discontinuo improvviso che accade, il prima e il dopo vengono risucchiati in un tempo del momento, un inconcepibile attuale. Un eterno ora.

Inutile guardare all’indietro e cercarne cause generali e le ipotetiche cause occasionali che si immaginano restano alibi.

Inutile cercare di anticipare quello che accadrà dopo, perché è del tutto incerto. Le statistiche che provano a prevederlo, cambiano a seconda di minimi scarti contingenti, lievi modifiche quotidiane di pesi; viste tutte insieme si avvicinano all’equiprobabile. Si sovrappone catastrofe a risoluzione, prossimità di morte a istinto di sopravvivenza.

Chi cresce in stato di guerra è abituato a questo stato vulnerabile e a questa logica non-binaria e potrebbe dare consigli a chi viveva nella bolla dell’esteso prevedibile, nel privilegio della continuità. Ma quello è stato considerato piccolo e irrilevante da questo. Ma nel piccolo è la visione, dice il Tao. Basta un istante e il minuscolo simultaneo sfugge al controllo e si installa ovunque, prende tutto lo spazio che può e si trasforma nell’immenso ma senza sovrastare e provvedere come il dio onnipotente, anzi mangia da dentro prede enormi come mondi. Continua a leggere