A Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG. Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” – Atelier “Guido Strazza”, si è inaugurata la mostra Omaggio a André Breton, in occasione del cinquantenario della morte. L’omaggio a Breton accoglie disegni, incisioni, libri d’artista, immagini e documenti datati 1924-1966, di artisti quali Mirò, Dalì, Magritte, Ernst, De Chirico, Duchamp, Man Ray, Masson, Tanguy, Delvaux, Arp, Picasso, Matta, Picabia, Giacometti, Brauner, Chagall, Klee, Savinio, Penrose, Tanning, Calder, Fini, Hare, Janco, Toyen, Ubac, Lam, Bellmer, Riopelle, Labisse, Alechinsky, Baj, Télemaque, Camacho. ovvero di personalità di spicco del Surrealismo teorizzato per quattro decenni dal poeta, saggista e critico d’arte francese, nato a Tinchebray nel 1896 e morto a Parigi nel 1966.
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Tutti con Jan Fabre, 24 ore in scena
Mount Olympus – To glorify the cult of Tragedy
di Jean Fabre
Teatro Argentina
Roma
17 ottobre-18 ottobre 2015
24 ore di performance
Nota di Mario De Santis
Dilatazione del tempo. Un tempo che supera i suoi limiti, rompe gli schemi. E’ la forma è il contenuto del progetto Mount Olympus di Jan Fabre.
La forma – perché l’opera tutta e molte scene al suo interno – costringe lo spettatore ad una tensione fisica che impone una resistenza passiva nella percezione, al pari degli attori che sul palcoscenico spingono fino all’estremo certe prove fisiche.
La performance di Fabre, ha la durata di 24 ore, senza alcuna interruzione, dalle 19 del 17 ottobre, alle 19 del 18 ottobre, una sfida per il pubblico costretto a rimanere in sala fino allo sfinimento. E chi resta, sfugge per un giorno, a ciò a cui è stato abituato: la fruizione immediata, la brevità, la velocità. Un tempo che mangia tutto il tempo, che costringe a rinunciare al sonno, alle nostre attività diurne, ci tiene lì, in un rito in forma di spettacolo o, all’opposto, in uno spettacolo che ha la consistenza di un rito.
Hockney contro Hirst, scontro fra titani
E’ guerra tra due mostri sacri dell’arte britannica. David Hockney, protagonista di un’importante mostra alla Royal Academy of Arts di Londra che verrà inaugurata a fine mese, ha detto che Damien Hirst, al quale sarà dedicata una retrospettiva alla Tate Modern a partire da aprile 2012, farebbe meglio a creare da sé le sue opere e a non farle realizzare dai suoi assistenti.
Sui poster che promuovono la mostra di Hockney si legge: “Tutte le opere sono state create dall’artista stesso, personalmente”. Ed in un’intervista con la rivista Radio Times l’artista ha confermato che si tratta di una frecciata a Hirst, celebre per aver impiegato un team di assistenti per alcuni dei suoi quadri ‘a dischi’ perché, nelle sue stesse parole, non aveva “per niente voglia” di farli. Continua a leggere
Alla Gagosian Gallery ‘Made in Italy’
“Si parli pur male di essa; (l’Italia) rimane per il poeta il luogo prediletto, per l’artista il luogo necessario, e per tutti il luogo di sogni e incantevoli visioni.”
Henry W. Longfellow (1807 -1882)
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In occasione dei 150 anni dall’Unità d’Italia, la Gagosian Gallery di Roma presenta Made in Italy, un’importante mostra collettiva nello spazio di Via Francesco Crispi 16, (fino al 29 luglio). (Nella foto di Andy Warhol, Vesuvius, 1985).
La mostra, curata da Mario Codognato, traccia un inedito percorso italiano attraverso l’opera di alcuni tra i maggiori artisti degli ultimi 60 anni: Georg Baselitz, Jean Michel Basquiat, Joseph Beuys, Marcel Duchamp, Alberto Giacometti, Douglas Gordon, Andreas Gursky, Damien Hirst, Howard Hodgkin, Mike Kelley, Jeff Koons, Louise Lawler, Roy Lichtenstein, Richard Prince, Robert Rauschenberg, Gerhard Richter, Richard Serra, Cindy Sherman, David Smith, Thomas Struth, Cy Twombly, Andy Warhol, Lawrence Weiner. Continua a leggere