Nota dell’autrice
Eleanor è una reporter e raccoglie in prima persona tutta la conoscenza che il male, la guerra e il terrorismo possono rivelare. La storia va dal conflitto armato in Bosnia (1992/95) agli sbarchi sull’isola di Lampedusa, sulle isole greche, al terrore degli ultimi fatti di Parigi. Eleanor indossa e smette i panni delle vittime e dei carnefici, del bene e del male, dell’Amore e della violenza in un distacco dal sé che la priva di ogni individualità e lascia parlare solo la sua ambizione più alta di portare il bene nel mondo, nel mentre si racconta il male. Quattro storie raccontano la frammentarietà di questo nostro mondo, oggi estremamente agitato e vulnerabile, che pare abbia perso la pace.
Entrano in un gioco virtuoso nelle diverse storie l’Anima e la Verità e trasportano la fragilità che è in noi con tutti i suoi detriti. Vertiginose sono le ascese nei cieli immaturi delle aurore e le discese negli abissi dell’angoscia, della morte e dell’indifferenza che protegge ogni male. Eppure la fragilità nasconde il valore della sensibilità e di quelle intuizioni invisibili che consentono di decodificare emozioni forti e deboli, virtù e nefandezze, aspetti luminosi e oscuri della condizione umana. Fragilità è ciò che spezza, esplode in boato che sposta il baricentro nella proiezione precisa della parola che cura e non ferisce. Il Coro puntualizza i fatti e l’Io della reporter imbocca le stanze delle domande e vive autenticamente le contraddizioni del mondo inuna realtà immaginifica, visionaria, mai destituita di senso, nella coincidenza delle cose, tra Verità e Bellezza, in quell’andare oltre il male.