Meno di una settimana a Natale
e tu Fiulin fuggi giù: chi cerchi?
Le tue origini? Avresti portato Giggino
un’ultima volta: scese per un funerale
con la sua 127 bianca.
Anche lui vide branchi di pecore?
Pascoli di bufale lì dove i Sanniti
sconfissero i Romani…
tu quando porterai un fiore sulle tombe?
Sarebbe piaciuto a Giggino camminare
per quei vicoli tra panni stesi…
odore di cucina e fritto
– come quello di mammà –
e il mare così vicino.
Anche tu sei ripartito in un treno di nebbia
da Averno: loro temono dicembre…
che qualcuno non veda le feste.
Solo Rosa lontano ti sorride nel fumo
che ti brucia i polmoni e quell’abbraccio
è l’unico regalo che valga una stagione.
«Saluto tutti i miei amici!
Che dopo questa lunga notte possano vedere l’alba!
Io che sono troppo impaziente, li precedo.»
Stefan Zweig
Terminata l’estate?
Forse mai iniziata per te
che pensi all’anno scorso…
tuo padre passeggiava sulla riva:
oggi si aggira come uno spettro…
vorresti leggesse libri di Elena Ferrante,
ti raccontasse altre storie del rione:
non le ricordi più?
Lei così lontana… sai poco della sua vita:
nuovi amori?
Non è passato tanto tempo e tu sfiori
boccoli biondi:
cosa rimarrà dello sguardo di ramarro?
Giornate accorciate
Come quella sera che Stefan Zweig
carezzò il suo cane, un biglietto
prima di coricarsi
riempiendosi di pastiglie per una lunga notte.