Addio a Sven Hassel, aveva 95 anni

Lo scrittore danese Sven Hassel, controverso autore di fortunati romanzi di guerra basati su esperienze autobiografiche durante il secondo conflitto mondiale, è morto all’età di 95 anni a Barcellona, dove viveva dal 1964. Nel 1953 pubblicò il suo primo libro “Maledetti da Dio”, al quale hanno fatto seguito altri tredici romanzi: “Germania Kaputt”, “Kameraden”, “Gestapo”, “Gli sporchi dannati di Cassino”, “Liquidate Parigi”, “Battaglione d’assalto”, “General SS”, “Commando Himmler”, “L’ultimo assalto”, “Colpo di mano a Mosca”, “Corte marziale”, “Prigione Ghepeu”‘ e “Il commissario”.

I suoi romanzi sono stati tradotti in 18 lingue; in italiano sono stati pubblicati prima da Sonzogno e più recentemente da Bur Rizzoli. 

Le opere di Hassel sono scritte in prima persona e raccontano le vicende del 27° Panzer Regiment, formato da criminali, “indesiderati” politici e da disertori, giudicati dalla corte marziale. Le varie
vicende sono ambientate su tutti i principali fronti della seconda guerra mondiale.   Continua a leggere

Al via il Festival ‘Dedica’ 2012 a Pordenone

La rassegna, promossa dall’Associazione Culturale Thesis, si tiene a Pordenone dal 10 al 24 marzo.

Si inizia oggi, 10 marzo 2012, con il Premio Nobel per la Letteratura, il nigeriano Wole Soyinka.  “La mia nazione è triste e imbarazzata per quanto è successo e per il fatto che ci siano vittime innocenti per la guerra in atto” ha detto Soyinka appena giunto in Friuli da Lagos (n.d.r. riferendosi al blitz anglo-nigeriano dell’8 marzo a Sokoto in cui è morto l’ostaggio italiano Enrico Lamolinara e il suo collega britannico.
“Partecipo al dolore della famiglia italiana – ha detto Soyinka. – Mi dispiace che i mali che affliggono il mondo abbiano raggiunto anche il mio Paese: l’epidemia del fondamentalismo si è sparsa in tutto il pianeta, ha raggiunto il continente africano, distrutto Stati come la Somalia, si è allargata alla Mauritania, sarebbe stato troppo ottimistico sperare che non
toccasse la Nigeria”. Per il premio Nobel quello in atto “è una sorta di imperialismo del fondamentalismo. Quelli che credono in una vita basata sulla razionalità non possono accettare questa dittatura dell’irrazionale”, ha concluso Soyinka. Continua a leggere