“Lacuna” di Nicola Gardini (Einaudi, 2014) è un saggio sul non detto, un aspetto fin qui, poco esplorato della cultura letteraria mondiale.
Ma perché “Lacuna”?
Per Gardini una buona narrazione tralascia sempre qualcosa, ed è proprio “la parte che sembra mancare”, perché si inabissa nel non detto – il lettore deve cercarla – il “quid”, che dà identità e definizione a ogni grande opera letteraria.
Nella sezione che ha per titolo “La realtà”, leggiamo qualcosa di molto importante: “Il realismo non consiste in un semplice rispecchiamento tra letteratura e vita. In un romanzo, come avverte Vladimir Nabokov, non c’è altra realtà che la mente dello scrittore. Quale vita sarebbe poi rispecchiata in quelle pagine che leggiamo con gli occhi? Quella del tempo in cui vive lo scrittore? Lo stesso Dostoevskij, con tutta la sua pretesa di ancorarsi alla contemporaneità, (la “realtà attuale”, la “realtà concreta”), negava che il realismo fosse solo una questione di fatti: la realtà sta nel significato che sta dietro ai fatti; e il compito principale dello scrittore consiste nella comprensione più che nella semplice rappresentazione.” […] Continua a leggere