Poesia contemporanea. Quindicesimo quaderno italiano, Marcos y Marcos
Dario Bertini, Interno 3
La finestra rimane sempre aperta: l’istinto naturale
sarebbe di saltare o mettersi a pulirla:
se c’è neve è meglio
dare un nome alla paura, lasciare che qualcuno
provi ancora ad amarci: lei lo sapeva bene,
per questo ha messo Bach sotto la doccia –
l’acqua bollente riempie il bagno di vapore,
appanna i vetri: verso le quattro del pomeriggio
un merlo taglia l’aria, si posa sul terrazzo,
(il becco giallo, gli occhi come spilli): lei
qui si toglie la maglietta, la schiena
è bianca come un cielo polare; scrive col dito
sullo specchio una parola che scomparirà
*
Simone Burratti, Con il tempo i computer si stancano
Con il tempo i computer si stancano,
rallentano, la batteria interna
perde energia per il surriscaldamento.
Diventano più sporchi, meno
Maneggevoli, si convincono
che la sfiducia totale nei calcoli
sia una diversa forma di sapienza.
Analizzare il futuro li spaventa
come una volta li rendeva forti.
Con il tempo, con i modelli nuovi,
la sostituzione diventa necessaria;
e allora i loro dati si disperdono
tra foto e file word nelle cartelle
minuscole dei loro successori.
*
Linda Del Sarto, Il ricordo impazzisce
Il ricordo impazzisce.
Ci sono odori che
entrano dentro, smuovono
pianti e stringono
a tradimento il collo.
Ammaccano l’armonia dei visi.
Quel bacio, per esempio: elettrolisi
del mio danno
cerebrale – dal tatto al non
contatto tra sinapsi. È normale.
Perché non fu tanto l’arte
del rimbambire, una catarsi
quanto l’instupidire
per il troppo amarsi.
*
Emanuele Franceschetti, (Introitus)
La memoria coltiva la sua lingua.
Dal fondo si riversa un sillabario,
cose insepolte che ancora significano
dietro la soglia incerta del visibile.
C’è un nome che non puoi dimenticare:
i vivi e i morti restano indivisi
nell’equivoco del tempo lineare.
La vita si contamina, persiste.
*
Matteo Meloni, Seytes
Diventeranno pietraie le Alpi,
cambieranno colore.
Nell’aria secca volava un astore
e sulle alture guardingo
rastrellava le forre.
Verranno i segugi troveranno
il nascondiglio, una lingua
di neve tra le spire del ferro,
il grigio fumoso.
*
Francesco Ottonello, se vuoi provare a entrare
se vuoi provare a entrare
qui devi avere un motivo. trovalo
se sei ancora qui questo è l’unico
che conosci per comunicare
–
non parlo con nessuno. ti chiedi chi sei
è la domanda a essere sbagliata
–
ora immagina di sdraiarti. censura dimentica
ciò che hai letto sopra non era sopra. non c’è niente
vedi non c’è più niente. ora sei con me. come me. ora
ti ho convinto. è vero. forse. ti controllo
a quel forse ti aggrappi. ti tendo
vedo che vieni
*
Sara Sermini, Cardus
L’aria era irsuta e ispida
come i cardi che raccogliemmo.
Sotto la luna, vicino al cavalcavia,
i sacchi abbandonati dell’immondizia
erano cuscini colorati.
Vicino alla luna, tra le ortiche e il fango,
bisognava soltanto badare ad amare.
Poesia contemporanea. Quindicesimo quaderno italiano, Marcos y Marcos
Poesia contemporanea. Quindicesimo quaderno italiano, a cura di Franco Buffoni, prefazioni di Antonella Anedda, Andrea De Alberti, Massimo Gezzi, Paolo Giovannetti, Franca Mancinelli, Guido Mazzoni, Fabio Pusterla, Marcos y Marcos 2021.