La zona poetica di Giovanni Pascoli

di Fabio Izzo

ll poeta che più di tutti interpreta le contraddizioni dello sviluppo del capitalismo è Giovanni Pascoli, il primo letterato italiano a limitare, in maniera implicita, gli argomenti poetici. La sua distinzione vuole che l’anima dell’arte sia universalmente sviluppata e che questo sviluppo sia raggiungibile evitando il contatto diretto con la produzione industriale. D’altro canto i futuristi si dedicano al feticcio macchina e al mondo industriale abbandonando l’uomo e i suoi sentimenti, schierandosi con l’imperialismo e in spregio a qualsiasi dialogo con il passato dichiarano morta l’arte tradizionale. Nato in Romagna lì dove le industrie del Nord cominciano a fare spazio all’agricoltura del centro su dell’epoca, zona in cui le ribellioni contadini si appropriavano dei valori dell’anarchia.
Pascoli vuole restituire all’uomo la carica eroica che è andata perduta dopo il Risorgimento.

Pascoli divulga in campo letterario quello che di solito è discusso nelle riviste politiche dell’epoca, cioè lo sfruttamento del capitale straniero sull’industria italiana L’Italia, nella sua visione, è tutta proletaria e di conseguenza borghesi e operai devono allearsi contro lo sfruttamento europeo, imporsi al rispetto internazionale, migliorare le proprie condizioni. Se tutto ciò è generalmente contestualizzabile nello spirito dell’epoca, soprassedendo sulla propensione colonialista, vediamo che quello che è davvero originale nel poeta è la ricerca di una forma artistica e addirittura estetica in grado di riprodurre queste idee senza il ricorso alla forzatura politica. Pascoli intuisce l’oppressione dell’uomo, limitato dall’avanzante industrializzazione, e il suo temperamento gli impedisce di ignorare la questione. Il suo limite è quello di vedere le classi italiane unite , così la sua sincerità poetica lo porta a evitare la finzione dei grandi temi. Pascoli è diviso tra la sua intuizione dell’uomo che tende a liberarsi e svilupparsi e la convinzione che la società industriale sia l’ostacolo più grande.

Pascoli scioglie i suoi dilemmi isolando dal complesso della realtà gli elementi che a suo parere rendano immune l’essere umano dai mali del capitalismo. Inizia così una ricerca dedicata a una realtà dove gli uomini abbiano comune possibilità d’esprimersi. Eguaglianza e pieno sviluppo industriale coincidono, secondo il poeta infatti un nucleo sentimentale uguale è in tutti noi, basta saperlo ritrovare, acquistando coscienze e mettendoci in comunicazione alla pari con gli altri superando quindi le vessazioni imposte dal capitalismo. Se si accatta globalmente la società capitalista si perde il dono della poesia. Questa area sentimentale è una zona poetica che definisce l’uomo sviluppato. Stiamo ovviamente parlando del “fanciullino” che esiste e resiste negli individui, nelle società ingiuste dove l’uomo è oppresso , aliena e limitato, non ascoltato.

L’obiettivo del Pascoli non è sociale, ma estetico, l’arte serve a svegliare il fanciullino, non esiste arte che non implichi la necessità individuale di esprimersi al di là delle limitazioni imposte dalla società borghese capitalista. L’artista moderno è obbligato a scegliere i propri temi in seguito a una serie di rinunce, i grandi temi sociali lasciano posto all’intimismo. Continua a leggere

“Mùsami o Vate”

Omaggio al poeta Gabriele D’Annunzio, in scena a Roma dal 19 al 24 maggio 2015, al Teatro di Documenti.

“Mùsami o Vate”, il nuovo spettacolo, scritto, diretto e interpretato dalla regista bresciana Mariaelena Masetti Zannini in collaborazione con Emanuela Bolco, è un viaggio nell’universo dannunziano, un “concerto d’anime”, un’alternanza di parole auliche e grottesca decadenza.

Un’indagine erotica che aspira a ricordare i rapporti d’amore del poeta, che fece alla maniera wildiana della vita un’opera d’arte, con accento particolare su un misterioso mondo femminile intriso di intimità ed esoterismo.

Lo spettacolo tesse le lodi di tutte le donne importanti della vita del Vate, dalla madre il cui ruolo è affidato a Kyrahm, a Eleonora Duse rappresentata da una misteriosa statua velata fino alla sofisticata interpretazione della stessa Zannini nel ruolo della Marchesa Luisa Casati Stampa, collezionista, musa di numerosi artisti e anticipatrice della performance e della Body-Art. Memorabili le sue incursioni, avvolta tra serpenti e leoni, le spettacolari feste mondane e le sue eccentriche frequentazioni con Jean Cocteau e i Futuristi.

Continua a leggere

Giampiero Mughini, la collezione sul Futurismo

MUGHINI[1]GIAMPIERO MUGHINI E IL FUTURISMO
di Fabrizio Fantoni

 

Non riesco a saziarmi di libri. E sì che ne posseggo un numero probabilmente superiore al necessario; ma succede coi libri come con altre cose: la fortuna nel cercarli è sprone a una maggiore avidità nel possederne. Anzi coi libri si verifica un fatto singolarissimo: l’oro, l’argento, i gioielli, la ricca veste, il palazzo di marmo, il bel podere, i dipinti, il destriero dall’elegante bardatura e le altre cose del genere, recano con sé un godimento inerte e superficiale; i libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi,ci consigliano e si legano a noi con una serie di familiarità attiva e penetrante; e il singolo libro non insinua soltanto sé stesso nel nostro animo, ma fa penetrare in noi anche i nomi di altri, e così l’uno fa venire il desiderio dell’altro”. Così scriveva Francesco Petrarca in una lettera inviata a Giovanni Anchiseo tra il 1336 e il 1340. Continua a leggere

L'addio a Zeno Birolli

 
Birolli-Incendio-di-notte-nelle-Cinque-Terre-1955Lo storico e critico dell’arte Zeno Birolli, professore dell’Accademia di Brera, autore di monografie e importanti mostre su artisti del Novecento italiano, se n’è andato la sera del 2 febbraio 2014  nell’ospedale di Sarzana a 75 anni. I funerali, secondo quanto ha reso noto la famiglia, si sono svolti nella cappella dell’ospedale della città ligure. Nato nel 1939 a Milano, era figlio del pittore Renato Birolli, di cui aveva custodito con grande passione la memoria e l’archivio, scrivendo anche una monografia con Roberto Sambonet pubblicata da Feltrinelli nel 1978. Anche poeta e scrittore, Zeno Birolli è stato a lungo professore di storia dell’arte all’Accademia di Brera a Milano. Si è dedicato con particolare cura allo studio del Futurismo, i cui scritti aveva raccolto di recente nel volume “Pittura e scultura futuriste” (Abscondita, 2006). Continua a leggere

Raffaele Viviani, io Massimo Ranieri

Appuntamento

“E’ passato oltre un secolo dalla nascita del Varietà come genere e, nella più assoluta imprevedibilità, quasi all’insaputa sua e nostra, è diventato nel volgere degli anni, passando anche accanto alle grandi Avanguardie del Novecento europeo (Futurismo compreso), un fenomeno culturale autonomo per originalità di idee, stimolanti confronti e provocazioni, commistioni di linguaggi (segnatamente di prosa e musica) che hanno talvolta cambiato la fisionomia del teatro in Europa – si legge nelle note di regia di Maurizio Scaparro – Se potessimo accanto a ricordi, nostalgie, rimpianti inevitabili nei confronti del “varietà”, cogliere anche quei fermenti, quelle sorprese, quelle vitalità di una storia ancora incompiuta, il risultato del nostro lavoro di palcoscenico, delle nostre “prove”, potrebbe essere certo utile, forse anche felice, perché consentirebbe alcune riflessioni parallele al “divertimento”. Continua a leggere

Paul Klee e l’Italia & video

Una nuova grande mostra si inaugura domani 9 ottobre 2012 alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma: “Paul Klee e l’Italia”. E’ noto infatti che i molti viaggi in Italia di Paul Klee, con prima tappa Roma, Napoli e Firenze, ma successivamente visitò anche la Sicilia, l’isola d’Elba, Viareggio, Pisa, Milano, Genova, Ravenna e Venezia ebbrero enorme influenza sull’intera sua opera pittorica.

Klee, nato in Svizzera ma cittadino tedesco, amava i paesi che si affacciavano sul bacino del Mediterraneo, spesso mèta dei suoi viaggi di studio e delle sue vacanze. La critica ha già da tempo individuato nel viaggio a Tunisi del 1914 e in quello in Egitto nell’inverno 1928-1929 due soggiorni significativi del percorso creativo dell’artista, momenti ispiratori di svolte artistiche e di riflessioni teoriche.

Paul Klee viene in Italia sei volte, a cominciare dal lungo viaggio di studio tra l’ottobre 1901 e il maggio 1902, nello spirito del classico Grand Tour di formazione, con Goethe e Burckhard come guide spirituali e numi tutelari.

Il video-servizio di Luigia Sorrentino
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=50IQZYyLoA0[/youtube]

Continua a leggere

A Helsinki una mostra sul futurismo

Ben 160 opere tra pitture, collage, disegni, sculture, arredi, scenografie, fotografie e manifesti
programmatici saranno esposti in una mostra sul futurismo a Helsinki  oragnizzata dal Museo EMMA (Espoo Museoum of Modern Art) in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura a Helsinki dal 2 marzo al 10 giugno prossimi, per la manifestazione ‘Helsinki World Design Capital 2012′.

La mostra rappresenta i principali passaggi storici ed estetici del movimento futurista, dalla nascita nell’anno 1909 al 1944, e costituisce la piu’ ampia retrospettiva sul Futurismo italiano mai realizzata prima in Finlandia. Espone 51 artisti, ripercorrendo le principali mostre cui presero parte in Italia e in Europa, da Les peintres futuristes italiens (Parigi 1912) alle Biennali degli anni venti, a Enrico Prampolini et les aeropeintres futuristes italiens (Parigi, 1932) all’unica itinerante in Scandinavia (‘Il Novecento italiano’, Helsinki – Stoccolma – Oslo, 1931-32) e confronta in particolare gli sviluppi rispettivamente filo-fascisti e filo-bolscevichi del movimento futurista italiano e dei gruppi futuristi russi dal primo dopoguerra. Continua a leggere