Otto testi in prosa e cinque in versi rielaborano undici fiabe dei fratelli Grimm.
“Un nucleo di realismo fiducioso sta al cuore di questi testi dove l’irreale e il fantastico accadono, ed è una mistura potente”, scrive l’autrice.
Da questa mistura deriva una rilettura adulta che si fa scandaglio del vissuto e produce due forme di riscrittura: in prosa, dove si adotta un nuovo e diverso punto di vista, e in versi, dove la voce parla invece da un tempo posto dopo il lieto fine, da un’età che ha superato la soglia della possibile trasformazione.
Fiabe e ballate esprimono le due polarità del coraggio e del disincanto, in un alternarsi di prospettive che è la nota di fondo con cui entrambe si propongono al lettore come chiave per rivisitare la propria vicenda interiore.
Di corredo e in dialogo con i testi dodici disegni di Stefano Levi Della Torre.
Stefania Portaccio, “Il padre di Cenerentola” e altre storie
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