Il 10 febbraio 2019 alle ore 18.00 a Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG, Museo Internazionale della Grafica, Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” Atelier “Guido Strazza”, inaugurazione della mostra dedicata a Honorè Daumier.
La mostra è in continuità con il lavoro di informazione cominciato il 20 agosto 2011 con la storia della grafica europea e proseguito con le personali di Degas, Renoir, Bonnard, Matisse, Bernard, Mirò, Dufy, Picasso, Calder, Ben Shann, Secessione di Berlino, Pechstein, Zadkine, Marcoussis, Assadour, Henri Goetz, Gentilini, Strazza, Accardi, Ciarrocchi, Consagra, Melotti, Maccari, Anselmo Bucci, Perilli, Raphaël, Del Pezzo, Mascherini, Bartolini, Marino, Azuma, Guarienti, Richter, Viviani, Arp, Viani, Breton e il Surrealismo, Fazzini, Max Bill, Sol LeWitt, Bram Van Velde, Gruppo CoBrA, Martin Bradley, Jean Messagier e Lucio Venna.
La mostra dedicata a Honoré Daumier, a cura di Giuseppe Appella, accoglie 70 litografie realizzate dall’artista tra il 1830 e il 1864 che fecero la loro prima apparizione nella rivista “La Silhouette” (1829-1831).
Daumier, acuto osservatore della vita parigina, che considerava uno spettacolo affascinante, non ritraeva dal vivo i suoi soggetti, bensì preferiva memorizzare ciò che gli accadeva attorno per poi rielaborare il tutto sulla pietra litografica, con quel suo segno energico e al tempo stesso morbido.
Le sue osservazioni venivano tradotte poi in immagini lampanti, attraverso un tratto considerato, per l’epoca, una vera e propria rivoluzione: nei manuali ottocenteschi, infatti, si consigliava ai litografi di utilizzare matite ben appuntite e di tratteggiare con segni incrociati e regolari per ottenere le diverse tonalità. Daumier, invece, preferiva usare avanzi di matita, dando così ai suoi soggetti una vitalità ed una profondità mai viste prima.
Quello di Daumier era un segno espressivo che riusciva a far vibrare le figure che riempivano i suoi fogli, a infonderle movimento e forza grazie all’evidenza plastica del chiaroscuro.
La gente era il soggetto preferito di Daumier: ripresa per la strada, seduta al caffè, nelle piccole o grandi azioni quotidiane e, soprattutto, nella sfera politica e sociale. Sebbene Daumier fosse prima di tutto un pittore e uno scultore, la maggior parte della sua fama proviene dalle sue caricature pubblicate su riviste francesi settimanali come “La Caricature” e “Le Charivari”.
Immagini di politici corrotti, giudici, imbroglioni, bricconi e folli in generale, facevano eco alla sua forte coscienza sociale. Un occhio satirico acuto che portò la litografia (e la scultura che ne consegue: piccoli busti in terracotta policroma) all’altezza di un vero e proprio documento storico, in grado di lasciare una testimonianza insostituibile della vita borghese e popolare di Parigi fra la rivoluzione del ’48 e la Commune.