Il modo migliore per parlare oggi in forma narrativa non è raccontare le cosiddette «storie vere», né ambientarle qui ed ora. Il ‘trucco’ della veridicità letteraria non poggia sulla semplice raffigurazione della vita quotidiana che ci circonda, se non nella grande poesia, non certo nel romanzo e nel suo logoramento. I grandi romanzi poggiano invece su ciò che non invecchia, lasciando alla cronaca e alla diaristica il compito di assolvere al mero valore «documentale» e «testimoniale» (questi sono i termini della differenza in questione) di situazioni della propria epoca. Sono i romanzi storici, le storie alternative, i romanzi fantastici, speculativi e fantascientifici, le narrazioni proiettate più indietro e più avanti, che assumono un grande valore per chiunque sappia leggerli con profitto. Leggere con profitto significa far propria un’opera letteraria, avocare a sé il ruolo di critico e pensatore, senza fare banale ‘uso’ del racconto, ma offrire a sé prima, ed eventualmente agli altri poi, un’attenta interpretazione scevra da passioni personalistiche atte a mettere in bocca a un autore cose che egli non abbia mai enunciato nella raffigurazione del suo mito messo su carta o in scena. Continua a leggere
La distopia apocalittica di Giancarlo Micheli
Rispondi