Come dissi a Lanfredi la prima volta che entrammo in contatto, io ignoro se il tempo si formi (ci sono svariate e opposte opinioni al riguardo), se sia ciclico o lineare, non so nemmeno, con Agostino di Ippona, che cosa sia davvero, sebbene poi il santo qualche convinzione in proposito l’avesse. Quel che sappiamo è che in poesia il tempo è uno dei tòpoi più ineludibili, e che soprattutto c’è, sta lì da qualche parte anche se non lo nomini, lasciandosi dietro un po’ di scorie, di accidenti e di casualità, e non si lascia misurare se non in termini di istanti. Continua a leggere
Luca Lanfredi, “Il tempo che si forma”
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