Maria Borio

La foto di Maria Borio è di Dino Ignani

La foto di Maria Borio è di Dino Ignani

Settima scena

 

Stendevamo le mani contando

i bordi di pelle incrinati.

Questa è una scena visibile

dietro una parte di me che indietreggia,

si sorregge la luce insieme

la carta e il digitale, ti sorreggi

consegnato alla portafinestra

e mi apri uscendo sopra il gelo. Continua a leggere

Giorgio Luzzi, “Troppo tardi per Santiago”

 

LuzziNell’itinerario ormai annoso di Giorgio Luzzi, Troppo tardi per Santiago si segnala come il frutto più maturo di un impegno assiduo e risoluto. Così privo di “ornazione”, o di ornato. Così ricco di fiato.

A circolare dappertutto è un senso di degrado, di disfatta, o meglio: di tradimento. Dell’uomo che tradisce se stesso, la rissa nefanda, la “serva istoria”, i conti che non tornano mai, le crepe, le sconfitte, i nodi, i complotti, tra “mondo pesante” e “inganno del pensante”.

Sono le lacerazioni ecologiche, “il disonore” che “non ha tregua”, i massacri dei migranti, la raccolta schiava dei pomodori, i mercanti del tutto, oro e dignità, i “lugubri carnami”, la striscia di Gaza e l’odio che divide e la “sordida parete”, le “scacchiere di morte”, il “violentàme”.
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Maria Borio


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Maria Borio è nata a Perugia e si è laureata in lettere moderne. Ha scritto su Vittorio Sereni e Eugenio Montale e ha pubblicato la monografia “Satura”. Da Montale alla lirica contemporanea (2013). Sue poesie sono apparse sull’“Almanacco dello specchio” (Mondadori, 2009), su “Poesia” (Crocetti, 2012), sulle riviste “Atelier”, “L’Ulisse”, “Italian Poetry Review”, sul sito “Le parole e le cose”. Una silloge di testi è in uscita nel XII Quaderno italiano di poesia contemporanea a cura di Franco Buffoni (Marcos y Marcos).Svolge un dottorato di ricerca in letteratura italiana con una tesi sulla poesia italiana dell’ultimo quarto del Novecento. E’ redattrice di «Nuovi Argomenti». Continua a leggere

Italian Poetry Review

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Italian Poetry Review, Volume VII, 2012

dall’editoriale di Paolo Valesio,  “Il Forum dell’Umanità

“I politici: coloro che dividono e dominano; i poeti, mediatori e servitori
Hetty Hillesum, Diario 1941-1943

[…]  “La rivista ha ospitato (“IPR”, VI, 2011) una tavola rotonda sul tema “Critica militante?” – e vorrei sottolineare, al di là dell’interesse di quella discussione, il punto interrogativo nel titolo scelto dalla redazione. Non si tratta di abolire ogni distinzione tra critica militante e critica accademica (o termini equivalent), perché questa differenziazione conserva una – limitata – utlità empirica. Ma sostanzialmente non esiste una posizione mentale che si possa defnire come militante rispetto a una posizione accademica ovvero unverstaria: esiste il crtico letterario, punto.  Anzi no, la sola posizione che abbia veramente un senso è quella del critico senza aggettivi.
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