Vi presento alcune poesie di June Scialpi (Pisa, 1998) tratte dalla sua opera di poesia “Golem, l’interruzione” (Fallone Editore, 2022).
June è l’incarnazione di una nuova generazione di poeti che non si riconoscono nei maestri, perché stanno fondando una nuova comunità di scrittori. Tutto comincia da una domanda: “Chi sono io?” Da una domanda carica di significato e di responsabilità, comincia la ricostruzione del corpo non più individuabile, è un nuovo corpo, d’argilla, da plasmare, un Gigante dalla forza sovrumana, il Golem appunto. E’ un corpo dentro il quale ognuno si può riconoscere, è un’identità che si guarda dentro e scava fino alla radice di se stessa.
Nessuno può sentirsi distante dal Gigante che nasce da un’interruzione, da un’autentica trasformazione, un passaggio del corpo dentro il corpo.
(di Luigia Sorrentino)
ESTRATTO DA “IL GOLEM, L’INTERRUZIONE” di June Scialpi (Fallone Editore, 2022)
per non dare agli altri da capire
sulla soglia ci scambiamo questo gesto:
il mignolo sulla guancia che striscia piano
un saluto fatto a gomiti, le labbra che
boccheggiano e non dicono nulla;
pieghiamo la testa all’indietro: così
ci accogliamo, al riparo da tutto ciò che
è conosciuto, dal simbolo coniato
[nell’aria fissi la polvere
i granelli in ritorno
si posano a terra: compongono
forme, questo è ciò che sembra]
*
ci squamiamo tutta la notte come pelle
amputata; se di scatto si alza lascia lì la
voragine: ascolta:
lo sente risalire piano
e quando esce: sangue marrone
come cosa che non si lava
lui è fatto di fango: noi con lui;
ora che noi siamo loro -mi dici
siamo immortali (i mostri non
muoiono)