Non saprei dire con certezza perché io scriva e probabilmente se avessi una visone tanto lucida smetterei. È certo un modo per entrare in un contatto più diretto e profondo con la propria esistenza. Per me la poesia è sempre un dialogo con l’Altro, che si manifesta continuamente nell’ordinarietà della vita. Scrivere è allora mantenersi in quel dialogo, sostarci per poter procedere.
La giornata altrove raccoglie trenta poesie, scritte nell’arco di un anno. Sono state scritte tutte la mattina o la sera, nella mansarda dove vivo, a Bologna. Il titolo è nato da una mia riflessione circa questo mio scrivere prima o dopo la giornata e ho trovato potesse acquisire un senso più generale rispetto a ciò che credo significhi vivere e scrivere, oltre che al rapporto tra queste due dimensioni. Continua a leggere