Cesare Pavese, nella luce stupita

LA NOTTE E IL RICORDO

COMMENTO DI LUIGIA SORRENTINO

Lo stupore di una notte remota avvolge questa poesia di Cesare Pavese. È un istante della vita, ventoso e limpido il ricordo del vago ricordare. Lo sguardo del poeta ha conservato il ricordo di una notte lontana che non sapeva che avrebbe ricordato. Perché quando viviamo un’esperienza, non sappiamo che cosa resterà in noi di quel vissuto, cosa entrerà nel nostro ricordo, non lo sappiamo mai. Ecco apparire lo stupore, la fissità dello sguardo remoto che vede. Lo sguardo remoto è sempre immobile, statico, come pietra appuntita conficcata nel petto. Il bambino guarda la notte sui colli d’estate, ammassati, senza confini. E in quella immobilità solo il frusciare nitido delle foglie, in una morte inconsapevole, desiderio di nulla. Continua a leggere