Mauro Germani, “La parola e l’abbandono”

Mauro Germani

Mallarmé scrisse che il mondo esiste per giustificare un libro. Ma quale libro potrà mai giustificare il mondo?

*
Non usciremo mai dal nostro oblio. Incapaci di sapere chi siamo veramente, vaghiamo come sonnambuli nella notte del mondo.

*

Quando scende la sera e si accendono i lumi dell’orizzonte, è possibile provare nostalgia di un’unità perduta ed irraggiungibile.

*

Non c’è che un’unica notte che ritorna.

*

Quando si è malati si è più veri. La malattia sorprende la nostra clandestinità.

*

L’esilio è il destino dell’uomo.

*

Il poeta è un abitatore di rovine.

*

La poesia deriva non da ciò che si ha, ma da ciò che ci manca.

*

La parola è sempre sola davanti al dolore e alla morte.

*
Il mare conserva una forza primordiale che attrae e spaventa, un altro mondo buio e profondo sempre pronto a inghiottirci.

*

Il poeta non è solo quando scrive. E’ tremendamente solo dopo.

*

Kafka sapeva bene che l’unica sua aspirazione e vocazione era la scrittura, tuttavia dovette sperimentare che il potere di quest’ultima non era suo e che non aveva affatto la prova di scrivere veramente. I suoi testi lo ponevano in una condizione di esilio abissale ed egli era spesso costretto ad interrompere la scrittura, che così ritornava a quella misteriosa notte in cui era nata, il destino della frammentarietà e dell’incompiutezza lo perseguitava, avvertiva allora in sé il senso di un doppio fallimento: quello di uomo, estraneo agli altri uomini, e quello di scrittore, preso da una forza oscura e da una vertigine più grande di lui. Continua a leggere