Quando ero bambina
aprivo la finestra
sporgevo
volevo essere la rosa di qualcuno.
Nell’incavo dell’occhio l’acqua
intingi il dito, dicevano
portalo alla fronte
il triciclo della croce.
Un giorno da questa finestra
cadrà la mia vita
un tonfo lieve di palpebre
la bocca aperta
come alla prima comunione.
***
Nessuno mi vuole come madre
mi guardano e non parlano
con occhi celesti o marroni
battono le mani sulle ginocchia
e corrono scalzi
negli ingressi luminosi.
***
Vivrò ai margini di quel sorriso di neonato
come i signori che dormono in terra
con la vita tutta lì
poco più alta di un fiore
quel sorriso alato
poserà e alzerà la sua farfalla
come sotto al pesco
un’ombra matura
allungandosi
stacca la sua morte
il soffio nero del vento nel fogliame
doloroso delle mie viscere.*
*Gli ultimi due versi sono di Christophe Manon