Le stagioni
Le stagioni cambiano
come il pensiero della gente
e io sono qui a guardare
i passanti, quasi fossero
nuvole passeggere in un cielo
che non sento come il ricordo
più lontano.
Gennaio 2012
Le stagioni
Le stagioni cambiano
come il pensiero della gente
e io sono qui a guardare
i passanti, quasi fossero
nuvole passeggere in un cielo
che non sento come il ricordo
più lontano.
Gennaio 2012
Oscar Mondadori a cura di Giorgio Ficara
Erede della tradizione del primo Montale e di Sbarbaro, attenta ai modelli di Goethe, Whitman, Lawrence e Borges, la scrittura poetica di Giuseppe Conte si è consolidata nel tempo seguendo i sentieri paralleli della prosa, come dimostrano l’insieme dell’opera romanzesca e gli scritti di viaggio raccolti in Terre del mito (1991). Con L’Oceano e il Ragazzo (1983) – salutato da Calvino e Citati come un libro di svolta nella poesia italiana – e Le stagioni (1988), fino alle ultime Ferite e rifioriture (Premio Viareggio 2006), si profila dunque una soggettività forte, estranea a qualunque minimalismo o sperimentalismo, capace di mediare fra la passione della forma e la profonda conoscenza e frequentazione di culture e mitologie lontane, orientali e occidentali, e di coniugare una vena erotica con una vena metafisica e con la passione civile. Continua a leggere