Giulia Rusconi, “Linoleum”

Giulia Rusconi ph credits Daniele Perrone

“Linoleum” si muove tra i muri di un ospedale, tra pazienti e infermieri, relazioni e gesti che si ripetono giorno dopo giorno. Le cose in corsia sono esattamente quel che sono: il camice è la divisa di lavoro, non una visione salvifica; lo xanax un medicinale, non la pastiglia per la felicità. Rusconi affronta di petto l’ovvietà e la banalità del quotidiano, rinuncia alle sovrastrutture, portando l’attenzione sull’emergente, su chi ci sta davanti. Ogni verso di Linoleum porta in sé qualcosa di essenziale, di tenacemente vivo sotto le macerie dei corpi.

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Anna Maria Carpi, Fukushima

Una poesia
a cura di Luigia Sorrentino

Anna Maria Carpi invia per questo blog una poesia dal titolo Fukushima, nata in una lunga attesa a Tegel, l’areoporto di Berlino, in una sera di marzo. L’aereo era in ritardo. Anna Maria Carpi non ha preso appunti, ha elaborato la poesia più tardi. “Noi eravamo al sicuro – mi scrive – ma la minaccia, rimossa, perdura, tranne che per quel tipo di odierno vincente”.

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