Per Natalia Lisi “la poesia è sempre stata una funzione fisiologica paragonabile al respiro, al ciclo cardiaco con le sue sistole e le sue diastole: un qualcosa di intimamente connesso con la propria vita, un organo inalienabile dal proprio corpo. Una seconda voce diversa da quella della coscienza. Inseguire questo canto di Sirene significa scegliere la terra del mito, significa far coesistere il presente con gli infiniti spazi inesplorati che si aprono nella nostra mente: le dita sui tasti di un pianoforte possono creare infinite melodie muovendosi fuori e dentro le scale del sistema tonale, così noi con il sistema delle parole possiamo entrare ed uscire dalla veglia, dal mondo esterno a noi, verso la luce del sonno, la terra delle immagini, della bellezza, dell’eroismo adolescenziale: possiamo provare, senza mai riuscire del tutto, a conciliare i molti mondi, a fermarli, a dare una consistenza alle immagini inconsistenti nate nella nostra intimità.”
di Natalia Lisi