da Farfalla e segno (Crocetti, 2010)
Giochi d’acqua
Né una stella né un demone o un’avèrla
mi chiesero di esistere. Pure ti parla
ancora e ti sorride uno dei mille
e mille giochi d’acqua, un caso della forma,
la drupa lavorata dalle prove del tempo
fatta colma di sangue, che guardi e accarezzi.
Né una stella né un demone domanderà
quando vorrò morire. Ma insiste l’ora e l’ombra
si propaga sulla spalla, insiste nelle frazioni
e i multipli a devastare puntigliosamente
mentre rifiuto il fratello sconosciuto
che mi rende
i suoi occhi malati nello specchio.
Non mi chiede una stella di scrivere la vita
e con le dita stringere il sogno e la memoria.
Ma
la penna e l’ago della mia ferita.
*
da Canti di Ripa Grande (Crocetti 2013)
Mikonos
Sono tornato all’isola dei venti
dove svetta e governa fra i gerani
il girasole.
Dove la canna inarca lance al meltemi
che fa calva la roccia e scala al mare,
farneticando fra rovigli bruni
fra bruni grilli e brune lagartíglie
in concerto di fasci sibilanti sulla battigia,
tentativi di turbine, poi mille costure all’acqua.
Strappa il cielo una nuvola.
Il bavero del vecchio caicco
si gonfia, è un fico maturo,
vola come un messaggio verso Delo
porta sacra del divino intervallo.
Qui una regola di civiltà pietosa
non consentiva nascita né morte.
Laggiú tra le sedie cresciute sulla spiaggia
Chatzidakis piange la sorte del postino
con tutte le corde delle correnti di mare.
Si scorda dove porta la strada. Continua a leggere