Dalla prefazione di Daniela Quieti
“Tra i pregevoli versi della raccolta “Permanenza del sogno” di Marco Pavoni […] emozionano in maniera particolare quelli intensi rivolti a un affetto scomparso: “è questa l’ora che irida il tempo” nell’attesa di un ritorno “che sprezza l’apparire / della fortuna dal passo incerto […] spirito che gioca / nel circo del presente”.
Leggendo l’opera – il cui titolo rimanda all’ultima poesia del testo – si percepisce la capacità dell’Autore di universalizzare accordi tra spirito e pensiero, incastonati in un mosaico di paesaggi interiori.
La “parola” sgranata “dal margine dell’ambiguità” approda “nel porto dell’equilibrio”, dove il “divenire / sulla trama iridescente / del divenuto” incarna un senso panico “che trascolora alla notizia / del nostro vivere sospesi / su un abisso scavato dal caos”. Continua a leggere