Dalla nota di Umberto Piersanti
Mare aperto vuole dire che «siamo nel cuore del mondo». Lo attraversano vicende e sguardi: talora si è là, in mezzo alle acque; in altri momenti si guarda dalla riva, una riva reale e contemporanea con tanto di sdraie, bar e ombrelloni: «quella coppia entra in mare correndo, / ridendo, / senza guardarsi».
Vicenda, sguardo e riflessione si alternano in queste pagine. Il senso delle cose è continuamente perseguito, ma senza fobie ed ossessioni, quasi con una «tranquillità di cuore» che, però, non esclude ferite e lacerazioni.
Cos’è questo mare, forse una metafora d’un cosmo, del quale certo fai parte, ma che non ti garantisce alcuna indistruttibile permanenza? Tale indicazione sembrano dare questi versi: «Non ci credono e ti dicono / che un giorno vivrai tra le stelle / che vivi o muori / che un giorno volerai fuori dalla tua pelle». Continua a leggere