Nella corsa aforistica, vince chi sa trovare la scorciatoia che allunga i passi del pensiero.
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Nella leggerezza della mano ritrovi il sotterraneo di una carezza.
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La trasparenza, così sottile da non apparire.
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Mette da parte le parole per dimenticarle. Si riconosce in un punto privo di esclamativi o interrogazioni. Ama Haydn con i suoi addii e una pagina che non si esibisce all’occhio nudo e non oscura il silenzio.
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L’altezza della voce non deve mai superare la profondità dell’occhio che ti sta di fronte.
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Chi scrive aforismi avanza nel cuore incerto di ogni parola, con le mani di piombo, su una gamba, a piccoli passi.
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Desidero incontrarti in punta di penna, di primo mattino, con animo sereno come il volto del cielo spogliato dal temporale.