Nota di Guido Oldani
L’acqua di fiume, si sa, prende velocità quando si approssima alla cascata. È a questo punto, pare di capire, che la poesia di Franco Manzoni sembra avvertire di essere. Ma il contesto non è propriamente naturalistico, al contrario è come già trasposto in pellicola di una sua rappresentazione. Quella che era la vocalità gestuale della scrittura di Manzoni fin qui maturata, tale quasi da produrre un lecito apparentamento con il dettato dell’arte teatrale, pare ora farsi deliberatamente sequenza, verosimilmente impiantata come se in celluloide, in un documentario possibile del male di un vivere. Continua a leggere