Il ritorno alle radici di Michele Hide

NOTA INTRODUTTIVA DI MAURIZIO CUCCHI

La poesia di Michele Hide, che si è rivelata in questi ultimissimi anni con poche uscite, ma sempre notevoli, ha, tra gli altri, un pregio evidente, che è quello di una immediata riconoscibilità. Un pregio oggi molto raro, dato che le innumerevoli voci nuove della poesia rischiano spesso un’impersonalità che le rende purtroppo quasi indistinguibili.
Ma che cosa, soprattutto, caratterizza il nostro autore? Sicuramente – come già si era visto nella plaquette d’esordio, Il baule di Zollikön del 2014, ripresa in questo libro – la fedeltà strenua ma al tempo stesso del tutto naturale, necessaria, alle proprie radici, a un mondo ebraico di appartenenza e alle vicende personali, anche drammatiche, legate a questa condizione. Ed è questo qualcosa di ancor più significativo se pensiamo che il nostro è poeta ancora giovane (è nato nel 1977) ma ha già in sé la saggezza di chi sa che è impossibile o insensato guardare verso il futuro senza una piena, sebbene inquieta, consapevolezza del passato e delle proprie origini. Naturalmente, agisce in modo decisivo la memoria, che riporta ritmicamente a galla, nella mente del poeta, momenti, episodi, luoghi, paesaggi e figure di un’esperienza sensibilmente vissuta e che contiene i più diversi colori della vita, non certo esclusi quelli della tenerezza negli affetti. Così, con percorsi interni articolati, Hide lavora alla ricomposizione di un’immagine di sé molto aperta e in fondo di continuo mutante, in una inesausta ricerca identitaria destinata a sempre nuove acquisizioni. Continua a leggere

I poeti dopo il Duemila

Venerdì 10 novembre 2017 alle ore 18:30 al Laboratorio Formentini per l’editoria & Spazio Poesia (Via Formentini 10, Milano) Maurizio Cucchi presenta l’antologia Velocità della Visione, Poeti dopo il Duemila, a cura di Marco Corsi e Alberto Pellegatta, (Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2017). Continua a leggere

Michele Hide, “Il baule di Zollikön”

michele_hideE’ uscita con Stampa 2009, l’opera prima di Michele Hide, Il baule di Zollikön, “un esordio assolutoscrive Maurizio Cucchi nella prefazione, “per la maturità espressiva e per l’energia dl linguaggio che attraversa e sostiene una serie di testi che vengono a costituire per più che una prova o una plaquette, ma un vero e proprio libro, la cui fisionomia risulta già molto netta. […]

Michel Hide introduce nei suoi testi paesaggi, personaggi, residui mnestici, che si sono accumulati nel tempo in un vasto depsito forse ancora in gran parte da visitare. Come quel baule del quartiere di Zurigo, appunto Zollikön, con il quale il poeta intitola il suo primo libro. […]
Da un testo all’altro, inoltre, Hide, riesce a muoversi attraverso ritmi e forme diverse, sperimentando, volta a volta, i toni e i registri che più si addicono a ogni specifica situazione, passando così dal verso breve e scandito, a quello più ampio e materico fino a veri e propri brevi passaggi in prosa. Ed è anche in queste capacità di variazione stilistica è un altro segno positivo di una maturità già sorprendentemente acquisita con l’esordio.” Continua a leggere

Marco Borroni & Maurizio Cucchi

 

maurizio-cucchi-1-jpg-img-dettaglioMercoledì, 8 Aprile 2015 ore 18.00 Marco Borroni e Maurizio Cucchi presentano “la Collana” di Poesia “i quaderni de’ la Collana’” Edizioni Stampa 2009

Intervengono

Cristina Annino, Michele Hide, Cesare Imbriani, Lucrezia Lerro, Valeria Poggi, Mario Santagostini Continua a leggere