Nota di Guido Monti
Roberto Mussapi è autore tra i più importanti degli ultimi decenni e a testimoniarlo naturalmente sono le sue opere da La gravità del cielo dell’ottantatrè, per ricordarne solo alcune, a Racconto di natale del novantacinque passando per Antartide del duemila e poi su su sino a La stoffa dell’ombra e delle cose del duemilasette e poi nel 2014 il volume del suo lavoro poetico completo per Le poesie con prefazione di Yves Bonnefoy ed ottima curatela di Francesco Napoli. Ecco nell’opera di Mussapi è sorprendente questo continuo e sempre nuovo corpo a corpo con la memoria e i suoi paradigmi, le sue figure che per nitidezza di colori e pronunciamento di dettato, sembrano affreschi giotteschi; ogni uomo o donna con le sue chiarezze le sue oscurità ha un posto preciso, un preciso taglio caratteriale, nel più ampio spazio della comunità novecentesca.
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Poesia e Pensiero, Roberto Mussapi e Sergio Givone
Appuntamento
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Trent’anni fa, nel 1982, Roberto Mussapi presentava al Gabinetto Vieusseux di Firenze il suo primo volume di poesia, “Il sonno di Genova” (edizioni Tosadori). Quella fiorentina fu per scelta dell’autore l’unica presentazione del libro, a opera di Piero Bigongiari e Mario Luzi, autore anche della prefazione. Mussapi, nato nel 1952, aveva trent’anni. Trent’anni dopo, verso la fine dell’anno 2012 e del sessantesimo compleanno, il poeta torna al Gabinetto Vieusseux invitato dal filosofo Sergio Givone, a dialogare su questioni su cui i due, che si conoscono dai tempi universitari a Torino, conversano a distanza, da sempre. L’appuntamento che vede protagonisti il filosofo Sergio Givone e il poeta Roberto Mussapi si intitola “Mito e pensiero nella poesia di Roberto Mussapi” e avrà luogo domani, mercoledì 5 dicembre, alle ore 17.30, nella Sala Ferri di Palazzo Strozzi. Continua a leggere
Ruggero Cappuccio, “Essendo Stato” & video
“Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla, perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non ci piace per poterlo cambiare” .
Paolo Borsellino
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Nel ventennale dalla scomparsa di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino Ruggero Cappuccio va in scena con “Paolo Borsellino Essendo Stato”. Uno spettacolo scritto e diretto e – per la prima volta – interpretato da Ruggero Cappuccio, che è anche scrittore. Lo spettacolo, in corso al Teatro Arcobaleno di Roma, è stato rappresentato anche dai magistrati della Procura di Salerno, di Milano e di Trieste, che hanno voluto fare propria questa denuncia civile.Cappuccio nel monologo presentato al Teatro Arcobaleno di Roma espone se stesso con tutto il corpo – per la prima volta nella veste di attore – per rendere la sua Testimonianza Civile di un eroe del nostro tempo.
[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=uyw4fGDH9tA[/youtube] Continua a leggere
Ruggero Cappuccio interpreta Paolo Borsellino
“Paolo Borsellino Essendo Stato” è uno spettacolo scritto e diretto e – per la prima volta – interpretato da Ruggero Cappuccio, che è anche scrittore.
Sul palco del Teatro Arcobaleno di Roma ci sarà soltanto lui, contornato dall’impianto scenico di Mimmo Paladino.
Sarà proprio Ruggero Cappuccio a pronunciare le parole di Paolo Borsellino che fu ascoltato in audizione per oltre quattro ore dal Consiglio Superiore della Magistratura il 31 luglio del 1988 . Parole importanti che non sono mai state rese pubbliche integralmente. Continua a leggere
Salvatore Sblando, “Due granelli nella clessidra”
Nello scaffale, Salvatore Sblando
“Due granelli nella clessidra”
a cura di Luigia Sorrentino
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Devo ringraziare tutti coloro che mi inviano i loro libri di poesie – di poesia mi inondano – come questo “Due granelli nella clessidra” che mi arriva con il nome di un nuovo giovane poeta, Salvatore Sblando. Dirvi grazie, è davvero poco, meritate molto, molto di più, ma faccio quel che posso per far ascoltare la vostra voce. Mi dà conforto, sentire che una parte di questa nostra Italia è contaminata dalla poesia: alla poesia chiede, alla poesia dà. Mi consola sapere che c’è chi, come Salvatore, si interroga sul destino del mondo, e interroga il tempo – il nostro tempo qui – e lo fa con amore per la vita, seppure nella consapevolezza della nostra imperfezione. Continua a leggere
Fleur Jaeggy, indimenticabile autrice
La scrittrice Fleur Jaeggy, traduttrice e saggista, amica di Ingeborg Bachmann e Thomas Bernhard, i cui libri sono editi da Adelphi, ha ottenuto il Premio 2011 della Fondazione del Centenario della Banca della Svizzera Italiana “in riconoscimento della fama internazionale ottenuta grazie al suo tenace impegno in una scrittura intesa come arte del levare e come strumento di esplorazione di realtà inquietanti ed essenziali”.
L’autrice dell’indimenticabile “I beati anni del castigo” – Premio Bagutta nel 1990 – il romanzo di cui Iosif Brodskij ha detto: «Durata della lettura: circa quattro ore. Durata del ricordo, come per l’autrice: il resto della vita», riceverà il Premio domani, mercoledì 14 settembre, alle ore 18, durante una cerimonia nella Sala Montanelli della Fondazione Corriere della Sera, in via Solferino 26/A a Milano. Continua a leggere