Progetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni con la collaborazione di Luigia Sorrentino
L’anomalia poetica di Arturo Onofri
di Tiziano Salari
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Arturo Onofri (1885-1928) esordisce con un primo volume di versi “Liriche” (1903-1906) dalla tonalità dannunziana, ma esprimendo da subito il senso di un’ascesi, che deve ancora chiarire a se stessa il proprio metodo e le proprie ragioni.
O Vita, o Vita! O sforzo recente/delle imperfette materie/che anelano a perfezioni supreme;/essenziale magnifico Segno/d’altre più antiche ed in numeri composizioni/delle potenze del Cosmo/ per ordine immenso di secoli-/ oggi che il Delfico Nume,/ Apolline auricrinito,/ saettatore di tutte le brame/ degli uomini, aedo del Mondo,/ disse al mio Sogno:”Fa cuore,/ oggi io ti vo’ celebrare,/miracolo grande dell’Essere.
L’ispirazione è paganeggiante, sulle tracce della Laus vitae di D’Annunzio con cui si apre Maia,ma lo spirito è già antitetico. In D’Annunzio manca qualsiasi anelito a trascendere le imperfette materie della vita, ma è:proiettato orizzontalmente ad afferrare la vita nelle sue manifestazioni più istintuali e nella diversità delle creature: lo slancio di Onofri è fin dalle origini verticale. Continua a leggere
Archivi tag: Mosè
Quando la scienza osserva le emozioni
Quanta emozione suscita la grande bellezza, quella ad esempio di un capolavoro dell’arte?
Per capirlo un team di ricercatori dell’Università Sapienza di Roma ha misurato l’emozione e l’attività cerebrale di alcuni visitatori che osservavano il Mosè di Michelangelo custodita nella Basilica di San Pietro in Vincoli a Roma.
L’équipe, coordinata da Fabio Babiloni in collaborazione con la spin-off universitaria BrainSigns, per la prima volta al mondo ha registrato e analizzato l’attività del cervello durante l’osservazione di una statua reale e non attraverso la sua riproduzione su uno schermo di laboratorio. La ricerca ha rivelato che la suggestione provata dai visitatori è molto diversa a seconda dal punto di vista di osservazione in cui il visitatore si pone per osservare la statua. Continua a leggere
Kenzaburō Ōe
Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino
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Kenzaburō Ōe, “Un’esperienza personale”
di Nicola D’Ugo
Un’esperienza personale è un romanzo dello scrittore giapponese Kenzaburō Ōe, Premio Nobel per la letteratura nel 1994. Breve e intensa, la narrazione, edita a Tōkyō nel 1964, prende spunto dalla congenita anomalia cerebrale del figlio di Ōe. Particolarmente interessante in questo romanzo è il complesso di Laio che muove l’azione del giovane padre protagonista della storia, in lotta per eliminare subdolamente il figlio lasciandolo scivolare nei meccanismi burocratici delle istituzioni ospedaliere nipponiche. Continua a leggere