Si è tenuta a Firenze il 18 gennaio alle 18 alla Galleria d’arte contemporanea IL PONTE di Andrea Alibrandi l’anteprima della mostra di Giulia Napoleone “nero di china”. La mostra è dedicata a un nucleo di recenti opere in bianco e nero, realizzate interamente da Giulia Napoleone, con l’inchiostro di china.
In mostra sono stati anche presentati gli ultimi suoi due libri d’artista: Yves Peyré, Les Rehauts du Songe (da cui sono tratti i titoli delle opere esposte) e Luigia Sorrentino, Olympia, entrambi per le Edizioni Al Manar, Parigi, 2017 e 2019, corredati da chine e pastelli originali dell’artista.
Vi proponiamo ora il testo critico integrale di Bruno Corà contenuto nel catalogo della mostra che riflette sull’opera di Giulia Napoleone.
GIULIA NAPOLEONE. LA MEDIAZIONE ININTERROTTA DEI SEGNI.
di Bruno Corà
E’ la poesia di Dante, in questo ritorno fiorentino di Giulia Napoleone al “Ponte”, a fornire l’apertura alla riflessione sulle sue più recenti opere costate circa due anni di lavoro e molti di più per dotarla oggi di una lingua visiva in grado di suscitare immagini che ammirerebbe anche l’altissimo poeta se si trovasse al mio posto:
«La gloria di colui che tutto move
per l’universo penetra e risplende
in una parte più e meno altrove»
E basterebbero questi primi versi della protasi del Paradiso dantesco a suggerire un possibile sentiero ermeneutico da percorrere tra i molti che l’opera di Giulia Napoleone provoca avendo raggiunto la semplicità potente che è qualità dei grandi artisti. Il lavoro infatti esibito in queste recenti opere, non diversamente da quello che lo ha preceduto nel corso di mezzo secolo, seppur compiuto con elementarità lessicale -il punto e talvolta la linea, il segmento geometrico circolare- si rivolge ai valori universali del tempo dello spazio, dell’immaginazione, della memoria, della realtà, del sogno, del desiderio, dell’esperienza, dell’episteme rivolta ai principi e ai limiti come pure agli illimiti insondabili e irraggiungibili, non esclusi quelli della coscienza. E, come ogni autentico poeta, Giulia Napoleone di ritorno dall’osservazione dei cieli e della luce potrebbe ripetere, come Dante stesso suggerisce nei versi che seguono quei primi evocati, «…Vidi cose che ridire né sa né può chi di là sù discende».
Già, ma questo è il destino e il limite della parola! Per questo però l’arte ha dotato qualcuno come Giulia Napoleone della capacità di visualizzare l’indicibile e di dare forma all’invisibile. Continua a leggere