Letture
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Nicola Romano, Gobba a levante, Pungitopo, Marina di Patti, 2011
Recensione di Paolo Ruffilli
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La capacità immaginativa è il motore della poesia recente di Nicola Romano e, in particolare, di questo suo ultimo “Gobba a levante”: un’energia intellettuale, continuamente in movimento e tale da trasfigurare da immagine a immagine, in un vorticoso bestiario di esempi quotidiani e personali, di memorie e di ricordi (le presenze vive in giro per le poesie ne sono al massimo grado l’esempio potente), in ogni caso decisivi nel disegnare un insieme dentro al quale passo dopo passo si evidenzia la riconoscibilità generale, senza per altro mai assurgere a nessun tipo di presunzione filosofica e restando anzi al contrario con i piedi ben piantati per terra dentro il nostro ordinario mondo quotidiano, eppure nella consapevolezza frantumata di tutto quello che ci trascende.