La coscienza della frammentazione del mondo è uno dei tratti caratteristici della sensibilità moderna. È da qui che bisogna partire per articolare un discorso che sia comprensibile all’uomo di oggi. Ma non possiamo fermarci qui. Nodi è la visione, o – se si vuole – l’annuncio e la profezia di un futuro in cui le “sparse membra” della realtà, individuale, storica e cosmica, trovino un ordine e un centro: un futuro che germina già nell’oggi. Perciò in Nodi vengono strettamente intrecciati scienza e filosofia (e teologia), Oriente e Occidente, presente e passato, mito e storia, umano e non umano, poesia e prosa ecc. La figura fondamentale del libro è quella di Enea, che fugge da Troia in fiamme portando sulle spalle il padre (per questo ho tradotto liberamente il noto episodio dell’Eneide). È un richiamo all’assunzione di responsabilità nei confronti dei più deboli, tema oggi di drammatica attualità. Ma la responsabilità non esaurisce l’umano. L’uomo ha anche bisogno vitale di bellezza. Ecco dunque annodarsi al tema della responsabilità quelli della festa, del riso, della danza, della comunione intorno alla tavola, su cui brillano pane e vino. Alla varietà dei temi corrisponde in Nodi la varietà dei metri, che tuttavia si coagulano intorno ad alcune strutture fondamentali. Sullo sfondo narrativo di base assumono rilievo le poesie più strettamente liriche, in modo da configurare un paesaggio poetico che cerca di dare conto della inesauribile varietà e ricchezza del reale, nel suo splendore e nelle sue tenebre.
Sauro Damiani, “Nodi”
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