Francesca Serragnoli, “Non è mai notte non è mai giorno”

IL LIBRO

Dalla prefazione di Isabella Bignozzi: «In questo Non è mai notte non è mai giorno ci sono storie precise, che un narratore non saprebbe così compiutamente porgere, ma la cui sintassi è scomposta e ricomposta in immagini d’altrove: diviene fluida e soave la vita, in continuo fecondo dissesto; il mondo è riscritto da una gentilezza sensitiva, che percepisce tutto aumentato in potenza, santo in presenza, perché porta tra le ciglia il filtro di una pietà profondissima. La poesia per sua natura “espone”, ma è necessario un equilibrio tra intensità del portato e grado di espo- sizione nella parola. Nei versi di Francesca Serragnoli c’è quel pudore che è sintomo di vera libertà morale di fronte agli spaventi del vivere».

ESTRATTI

A Cristina Campo

All’amore che hai fatto rinascere
negli atri senza bifore
di pianerottoli
dove serrate porte marroni
aprono lentamente le braccia
infilano nei letti
gambe di gigli di santi

All’amore,
sapiente vilipendio al nulla
sarto suono
della penna che cade in terra

erotico atlante di gialle gondole
che percorrono canali color vinaccia

l’amore dei passi morti giovani
della pendolare giostra d’incensi
del darsi la mano

A chi importa? dicevi
incrinando l’asse terrestre nella voce.

***

Lasciami entrare nel fondale
dal collo d’incenso

se ti muovi
si sfalda come una scala

lasciami scendere
dalla rupe d’argento
di una teiera

il gesto di versare la sera
una miniera d’acqua.

Girati ancora
lasciami la tazza

e se brucia e se ghiaccia
fa’ o Signore che la mia mano
si sciolga in cera
si apra come una cerniera,

mentre soffio via
la cenere
dai tuoi capelli
e gli occhi come falene
risalgono le loro schiene,

tu poni l’astro in terra
ome un pezzo di giornale
o una rondine strappata
con le ali come coriandoli.

***

Hai un profilo islandese
un chiaro scuro lentissimo
un crepuscolo di campi arati di notte
nella spinosa armonia delle ombre

una tempesta che raccoglie
i suoi cuccioli d’acqua
come le mele di un giardino.

Una stupenda malinconia islandese
non è mai notte
non è mai giorno.

Foresta sparsa di lupi giovanissimi
allattati dalla luna.

Il regno di salire
nel punto più alto di una mano
e gettarsi nell’altro ramo
è il balzo di vivere.

***

Il tuo sorriso
stringe una spugna
di mare caldo sul ventre

non sai quando apri e chiudi

cosa sia

cadere in quell’acqua
che ti cade dalle mani.

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