<< Il mio rapporto con la “musa” è cambiato nel tempo.
All’inizio, ovvero quand’ero piccolo (sui quindici anni se non sbaglio), pensavo che la poesia fosse una sorta di vocazione o “chiamata”. Ricordo che nel mio cervello si formavano versi in continuazione, ad ogni ora, senza che io minimamente li cercassi o “propiziassi”. Adesso la poesia è una delle tante attività che scandiscono la mia giornata di redattore tuttofare, impegnato senza sosta a scrivere liriche e commenti critici o a correggere quelli degli altri, a costruire e-book, a trafficare con file audio di varie estensioni per tirarne fuori sottofondi musicali, interviste o addirittura trasmissioni. Quindi se oggi continuo a buttar giù strofe e componimenti, seppure assistito da un'”ispirazione” non più torrenziale come prima, è per lavoro, per abitudine e perché la poesia è ormai una vecchia amica per me… e perderla di vista mi dispiacerebbe. Anzi, per legarmi a lei in misura sempre maggiore, oltre che scriverla, la leggo. Fra i miei autori preferiti, quelli (come ad esempio Leonard Cohen) capaci di ottenere, nei propri testi, una perfetta fusione fra ironia e dolore>>.
di Pietro Pancamo Continua a leggere
Opere Inedite, Pietro Pancamo
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