Il memoria di te, Rose Ausländer

rose_auslanderNata nel 1901 nella comunità ebraica di lingua tedesca di Czernowitz, Bukowina, che a quell’epoca era una provincia dell’impero austro-ungarico, Rose Ausländer ha attraversato entrambe le Guerre mondiali. Avendo scelto di studiare a Vienna da ragazza, fu costretta all’esilio fino alla fine della Prima Guerra Mondiale, senza poter tornare a casa fino al 1919.

Nel 1939, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, raggiunse la madre a Czernowitz. Nel 1941, quando i nazisti e i loro alleati occuparono la Romania, Rose e la madre furono confinate nel ghetto ebraico insieme ad altri 60 mila ebrei di Czernowitz.

Rose Ausländer riuscì a sopravvivere per tre anni all’occupazione nazista, ora perché destinata ai lavori forzati, ora vivendo da clandestina.

Durante la vita in clandestinità, conobbe il grande poeta Paul Celan, anch’egli originario di Czernowitz. Durante la primavera del 1944 i russi occuparono la città e liberarono gli ebrei. Rose Ausländer iniziò a lavorare come libraia. Continua a leggere

Ritratti di Poesia 2015

Invito email Ritratti 2015[1]

Roma, 5 febbraio 2015, Tempio di Adriano, Piazza di Pietra

ore 9.30 – 20.00

PROGRAMMA

 9,30 – 10,45 Caro poeta

Daniela Attanasio, Franco Buffoni, Maria Grazia Calandrone, Elio Pecora e Luigia Sorrentino incontrano gli studenti dei licei romani De Sanctis, Kant, Machiavelli, Virgilio e Visconti


10,45 – 11,15 Poetry Slam (prima manche)

Data ufficiale del campionato nazionale di Poetry Slam L.I.P.S. – Lega Italiana Poetry Slam Continua a leggere

Latte nero, Paul Celan

Celan_passphoto_1938Paul Celan, nato in una enclave multilinguistica, sceglie l’esilio in terra francofona continuando a scrivere in tedesco – riproducendo dunque in scala compressa la situazione di enclave.
La sua vita quotidiana si svolge in francese, “a fronte” dei propri testi scritti in tedesco (lingua-madre e lingua degli aguzzini nazisti). Il suo sguardo di poeta non si distoglie da un “Gegenüber” (qualcosa “a fronte”), che egli stesso individua nella memoria (la patria orientale perduta, la madre morta nella deportazione nazista, il popolo ebraico sterminato).
Vivere e scrivere tra due poli culturali, vivere e scrivere tra diverse lingue diventa per Celan un tradursi continuamente: la vita come testo a fronte della scrittura – e viceversa. La traduzione è in questo caso figura al tempo stesso poetica ed esistenziale. Ma c’è di più: Celan tradusse poesia da nove lingue diverse, e con ogni poeta tradotto ingaggiò una personale lotta d’identificazione, quasi a voler ricomporre attraverso il dialogo con altri autori la propria identità scompaginata dal trauma postbellico.
Da: “Vita a fronte”, Saggio su Paul Celan, di Camilla Miglio, Quodlibet, Macerata, 2005 Continua a leggere

Paul Celan, Giornata della Memoria 2014

convegno_celan_500Nel giorno della Memoria, incontro promosso dalla Sapienza, Università di Roma Presso le Ex vetrerie Sciarra, Via dei Volsci 122.
Il 27 gennaio è il giorno della Memoria, ma fare memoria è un atto continuo. Si dispiega nella profondità del tempo e nella quotidianità di gesti come leggere, osservare, guardare, scrivere, condividere. Paul Celan è tra i poeti in grado di insegnare a chi legge, studia, ascolta, l’atto del fare memoria. Memoria di qualcosa di inconfigurabile che lui chiamava “l’Accaduto”. Continua a leggere

Ryszard Krynicki, “Abitiamo attraverso la pelle”

Anteprima

Ryszard Krynicki, uno dei maggiori poeti polacchi contemporanei, nato nel 1943 in campo di concentramento,  è anche traduttore ed editore (nel 1988 ha fondato la casa editrice “a5”, che pubblica poesia contemporanea. Tra le sue pubblicazioni anche la poetessa polacca Wislawa  Szymborska: http://www.wydawnictwoa5.pl/;s,english).

Krynicki sarà in Italia per ricevere il premio alla carriera del festival internazionale di poesia civile di Vercelli, che nelle passate edizioni ha premiato Adonis, Evtushenko, Patrikios. Continua a leggere

Camilla Miglio & Bianca Lazzaro

Appuntamento

Mercoledì 8 febbraio ore 18.00, Camilla Miglio (nella foto) & Bianca Lazzaro conversano alla Casa delle Traduzioni di Donzelli Editore. Modera Vincenzo Barca.  (Via degli Avignonesi 32, Roma)

casadelletraduzioni@bibliotechediroma.it

A proposito di … Camilla Miglio (e Paul Celan) … Continua a leggere

Giosetta Fioroni, per Paul Celan


Alla diagonale / libreria in Roma, Fogli in forma di libri e altre Carte dedicate a Paul Celan, una mostra di Giosetta Fioroni dedicata al grande poeta nato in Romania nel 1920 e morto a Parigi nel 1970, forse il maggior poeta in lingua tedesca del XX° secolo. Le opere esposte sono sette libri d’artista e 4 tavole su Carta realizzate a mano.

Per queste mie esili opere (fogli piegati in forma di libro) ispirati volta a volta a un solo verso, a più versi, o al titolo di una raccolta, ho adoperato, dunque, una serie di elementi tutti riconoscibili nella loro fisicità, legno, specchio, piume, sassi, capelli (veri), aghi di porcospino, ecc. ecc. Un approccio, oltre l’idea di leggere, di decifrare, nel tentativo di avvicinarsi, di…”andare”, toccare, stabilire un intimo contatto.”
Giosetta Fioroni

 

Alternando la chiave
tu schiudi la casa dove
la neve volteggia le cose taciute.
A seconda del sangue che ti sgorga
dall’ occhio, bocca ed orecchio
diversa è la tua chiave.

Diversa è la tua chiave, diversa la parola
cui è concesso volteggiare con i fiocchi.
A seconda del vento che ti spinge via
s’aggruma attorno alla parola la neve.

Da “Di soglia in soglia” di Paul Celan

Mit wechselndem Schlüssel
schließt du das Haus auf, darin
der Schnee des Verschwiegenen treibt.
Je nach dem Blut, das dir quillt
aus Aug oder Mund oder Ohr,
wechselt dein Schlüssel.

Wechselt dein Schlüssel, wechselt das Wort,
das treiben darf mit den Flocken.
Je nach dem Wind, der dich fortstößt,
ballt um das Wort sich der Schnee.

 

 
“Paul Celan (nato a Czernowitz, Bucovina, Romania nel 1920 e morto a Parigi suicida nel 1970) è stato forse il maggior poeta in lingua tedesca del XX secolo.
L’amica Ilana Shmueli, incontrata e prediletta negli ultimi tempi della vita a Gerusalemme, ha ben definita la lingua poetica di Celan: “…il suo tedesco incantato, arbitrario, che infrange ogni limite…”.
Figlio unico di una famiglia ebrea, trascorse la giovinezza sotto l’influenza della madre che parla tedesco e lo introduce a poeti come Hölderlin e Rilke. Nel ’42 i genitori furono deportati e uccisi dai nazisti.
Celan si rifugia a Vienna nel ’47, fuggendo dalla Romania; lì il 16 maggio del ’48 incontra Ingeborg Bachmann con la quale ebbe un travagliato amore…poi trasformato in sodalizio. Sempre nel ’48 si trasferisce a Parigi e conosce Gisele Lestrange, che si dedica all’incisione e appartiene ad una antica famiglia francese, nobile e cattolica. Si sposeranno nel dicembre del ’52. Avranno un primo figlio François, morto prematuramente e, nel ’55, Eric. Conosce poeti e scrittori francesi tra i quali Yves Bonnefoy, Henry Michaux, Jacques Dupin, André du Bouchet ma, gli amici più importanti rimangono Ingeborg Bachmann, Nelly Sachs, Franz Wurm, Jenn Bollack, Klaus Demus e Peter Szondi…suoi interlocutori nel discorso sulla poesia.
Negli anni francesci, la totale dedizione alla lingua tedesca, che non abbandonerà mai, lentamente promuove un suo costante patologico isolamento.
Alla fine del ’62 ha un primo ricovero in una clinica psichiatrica. Un secondo, nel ’65, dopo uno scontro violento con la moglie seguito da un ricovero coatto in diverse cliniche. E, ancora nel ’67, aggressione alla moglie e tentato suicidio; Gisele Lestrange chiede, nello stesso anno, la separazione.
Nell’ottobre del ’69 fa un viaggio in Israele, dove incontra Ilana Shmueli, un’amica dell’adolescenza a Czernowitz. Si rinnova un’amicizia e nasce un legame amoroso che durerà fino alla fine-prossima della sua vita.
Vent’anni dopo, Ilana scrive la storia di quei 17 giorni a Gerusalemme insieme a Paul Celan in un bellissimo libro ora tradotto in italiano (Quodlibet, Ilana Shmueli, “Di’ che Gerusalemme è. Su Paul Celan: ottobre 1969-aprile 1970″). Durante questo soggiorno, Celan intravede la possibilità di un cambiamento di vita ma, il ritorno a Parigi, lo immerge di nuovo nella dolorosa Malattia.
Sembra che solo…scrivere poesia, lo tenga ancora in vita.
Il 12 aprile del ’70 scrive un’ultima lettera con una poesia a Ilana Shmueli, la quale percependo…”…l’intensità e insieme la non usuale formalità della lettera…” parte, troppo tardi, per Parigi.
Circa il 20 aprile Paul Celan si getta dal ponte Mirabeau nell’acqua della Senna.
Il fiume restituisce il suo corpo il 1° maggio.”

(di Giosetta Fioroni)

Opere di Paul Celan
Mohn und Gedächtnis Papavero e memoria 1952
Von Schwelle zu Schwelle Di soglia in soglia 1955
Sprachgitter Grata di parole 1959
Die Niemandsrose La rosa di nessuno 1963
Atemwende Svolta del respiro 1967
Fadensonnen Filamenti di sole 1968
Lichtzwang Luce coatta 1970 postumo
Schneepart Parte di neve 1971 postumo
Zeitgehöft Dimora del tempo 1976 postumo

Le fonti che hanno accompagnato Giosetta Fioroni, nel tempo e durante l’estensione delle tavole dedicate a Paul Celan nel 2010, sono:
• 2008, “Paul Celan, Poesie”, Meridiano Mondadori, cura e con un saggio di Giuseppe Bevilacqua (Questa introduzione, come pure le traduzioni delle poesie, rimangono fondamentali per la conoscenza dell’opera e della vita del poeta. L’insieme ha andamento critico…ma anche narrativo, tanto che sembra di leggere un meraviglioso romanzo).
• 2002, “Di’ che Gerusalemme è. Su Paul Celan: ottobre 1969-aprile 1970”, Quodlibet, di Ilana Shmueli (Un racconto appassionante dei giorni passati da Paul Celan in Israele).
• 2005, “Vita a Fronte”, Quodlibet Studio, saggio su Paul Celan di Camilla Miglio (Un importante saggio di grande introspezione del poeta).
• 1976, “Paul Celan POESIE”, Lo specchio di Mondadori, a cura di Moshe Kahn e Marcella Bagnasco.
• 2010, “Ingeborg Bachmann, Paul Celan. Troviamo le parole. Lettere 1948-1973”, Nottetempo (Edizione italiana a cura di Francesco Maione).
• 2010, “Oscurato”, Einaudi, a cura di Dario Borso, con un saggio di Giorgio Orelli.
• 2001, “Letture Celaniane”, Le Lettere, di Giuseppe Bevilacqua.

Giosetta Fioroni nasce a Roma, dove vive e lavora attualmente, da una famiglia di artisti. Allieva di Toti Scialoja all’Accademia di Belle Arti della capitale, è l’unica donna a far parte della cosiddetta Scuola di Piazza del Popolo, insieme ad artisti come Tano Festa, Mario Schifano e Franco Angeli. Nel 1956 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia.
Ha collaborato inoltre con numerosi scrittori italiani, illustrandone i libri, pubblicato poesie, memorie, fiabe e raccolte di immagini. Le sue opere sono nei principali musei italiani.

La mostra si inaugura mercoledì 24 novembre (ore 18.30) presso la diagonale/Libreria dove sarà allestita sino al 15 gennaio 2011.

la diagonale / libreria
Via dei Chiavari 75
00186 Roma
tel. 0645432226 – 3334559125
info@ladiagonale
www.ladiagonale.it

Orari: martedì – sabato 11-13 15-20

Yves Bonnefoy, il poeta del sogno notturno

Yves Bonnefoy (ANSA)

Festivaletteratura di Mantova 2007

Sono stati due gli eventi che abbiamo seguito con Yves Bonnefoy a Mantova.

Il primo, Un sogno fatto a Mantova si è tenuto mercoledì 5 settembre alle 18:45, nel Cortile del Castello di San Giorgio. Yves Bonnefoy con Fabio Scotto.

“Una notte d’ottobre a Mantova, in una stanza poveramente illuminata di una piccola locanda, nell’attesa di visitare il giorno dopo la grande mostra del Mantegna. Un sogno. Un giorno di primavera o d’inizio estate, un giardino con alberi da frutto, ragazze che ridono. ‘Noi siamo le fate,’ dicono ‘questa è la casa dell’immortalità’ “.

Un racconto del poeta francese Yves Bonnefoy che dà il titolo a una raccolta di appunti di viaggio, meditazioni artistiche, stravaganze. Un sogno che ritorna a Mantova, in forma di reading.

Il secondo incontro con il poeta francese, La chiarezza dell’oscuro si è tenuto giovedì 6 settembre alle 10:15 al Teatro Bibiena.

Yves Bonnefoy, ritenuto il maggiore poeta francese vivente e uno dei più grandi autori del ‘900, ha proposto una riflessione e una lettura poetica bilingue che ha saputo attraversare le varie stagioni letterarie del secolo senza mai perdere di vista il nesso inscindibile tra poesia ed esperienza, aperta ad altri saperi e devota al paesaggio, con una particolare predilezione per l’arte e i luoghi italici. Con Yves Bonnefoy è intervenuto Fabio Scotto, curatore e traduttore,  del recente  Le assi curve pubblicato da Mondadori dal quale ha letto il poeta. Bellissima la poesia che legge da “La casa natale”.

L’intervista a Yves Bonnefoy è di Luigia Sorrentino


Nota a margine

Una delle domande che posi a Yves Bonnefoy e che non riuscii a inserire nell’intervista televisiva, ma che secondo me merita la nostra attenzione, è quando gli chiesti di Paul Celan, che lui aveva conosciuto frequentato e conosciuto. Bonnefoy mi rispose così:

“L’esperienza personale di Paul Celan è diversa dalla mia. Lui è una vittima, io no. Celan utilizzava per scrivere la lingua tedesca, ma con questa lingua aveva un rapporto conflittuale. Alla lingua tedesca cercava di restituire la generosità, la verità antica. Io invece sono in pace con la mia lingua, non ho vissuto la sua esperienza drammatica, però gli sono stato molto vicino”.

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