Pier Paolo Pasolini, “Le ceneri di Gramsci”

Pier Paolo Pasolini

I

Non è di maggio questa impura aria
che il buio giardino straniero
fa ancora più buio, o l’abbaglia

con cieche schiarite … questo cielo
di bave sopra gli attici giallini
che in semicerchi immensi fanno velo

alle curve del Tevere, ai turchini
monti del Lazio… Spande una mortale
pace, disamorata come i nostri destini,

tra le vecchie muraglie l’autunnale
maggio. In esso c’è il grigiore del mondo;
la fine del decennio in cui appare

tra le macerie finito il profondo
e ingenuo sforzo di rifare la vita;
il silenzio, fradicio e infecondo…

Tu, giovane Gramsci, in quel maggio in cui l’errore
era ancora vita, in quel maggio italiano
che alla vita aggiungeva almeno ardore;

quanto meno sventato e più impuramente sano
dei nostri padri – non padre, ma umile
fratello – già con la tua magra mano

delineavi l’ideale che illumina
(ma non per noi: tu, morto, e noi
morti ugualmente, con te, nell’umido

giardino) questo silenzio. Non puoi,
lo vedi? che riposare in questo sito
estraneo, ancora confinato. Noia

patrizia ti è intorno. E, sbiadito,
solo ti giunge qualche colpo d’incudine
dalle officine di Testaccio, sopito

nel vespro: tra misere tettoie, nudi
mucchi di latta, ferrivecchi, dove
cantando vizioso un garzone già chiude

la sua giornata, mentre intorno spiove.

II

Tra i due mondi, la tregua, i cui non siamo.
Scelte, dedizioni…. altro suono non hanno
ormai che questo del giardino gramo

e nobile, in cui caparbio l’inganno
che attutiva la vita resta nella morte.
Nei cerchi dei sarcofaghi non fanno

che mostrare la superstite sorte
di gente laica le laiche iscrizioni
in queste grigie pietre, corte

e imponenti. Ancora di passioni
sfrenate senza scandalo son arse
le ossa dei miliardari di nazioni

più grandi; ronzano, quasi mai scomparse,
le ironie dei principi, dei pederasti,
i cui corpi sono nell’urne sparse

inceneriti e non ancora casti.
Qui il silenzio della morte è fede
di un civile silenzio di uomini rimasti

uomini, di un tedio che nel tedio
del Parco, discreto muta: e la città
che, indifferente, lo confina in mezzo

a tuguri e a chiese, empia nella pietà,
vi perde il suo splendore. La sua terra
grassa di ortiche e di legumi dà

questi magri cipressi, questa nera
umidità che chiazza i muri intorno
a smorti ghirigori di bosso, che la sera

rasserenando spegne in disadorni
sentori d’alga…. quest’erbetta stenta
e inodora, dove violetta si sprofonda

l’atmosfera, con un brivido di menta,
o fieno marcio, e quieta vi prelude
con diurna malinconia, la spenta

trepidazione della notte. Rude
di clima, dolcissimo di storia, è
tra questi muri il suolo in cui trasuda

altro suolo; questo umido che
ricorda altro umido, e risuonano
– familiari da latitudini e

orizzonti dove inglesi selve coronano
laghi spersi nel cielo, tra praterie
verdi come fosforici biliardi o come

smeraldi: <> – le pie

invocazioni…. Continua a leggere

Pier Paolo Pasolini a cent’anni dalla nascita

Pier Paolo Pasolini

Da Le ceneri di Gramsci, di Pier Paolo Pasolini

I

Non è di maggio questa impura aria
che il buio giardino straniero
fa ancora più buio, o l’abbaglia

con cieche schiarite… questo cielo
di bave sopra gli attici giallini
che in semicerchi immensi fanno velo

alle curve del Tevere, ai turchini
monti del Lazio… Spande una mortale
pace, disamorata come i nostri destini,

tra le vecchie muraglie l’autunnale
maggio. In esso c’è il grigiore del mondo,
la fine del decennio in cui ci appare

tra le macerie finito il profondo
e ingenuo sforzo di rifare la vita;
il silenzio, fradicio e infecondo…

Tu giovane, in quel maggio in cui l’errore
era ancora vita, in quel maggio italiano
che alla vita aggiungeva almeno ardore,

quanto meno sventato e impuramente
sano
dei nostri padri – non padre, ma umile
fratello – già con la tua magra mano

delineavi l’ideale che illumina

(ma non per noi: tu morto, e noi
morti ugualmente, con te, nell’umido

giardino) questo silenzio. Non puoi,
lo vedi?, che riposare in questo sito
estraneo, ancora confinato. Noia

patrizia ti è intorno. E, sbiadito,
solo ti giunge qualche colpo d’incudine
dalle officine di Testaccio, sopito

nel vespro: tra misere tettoie, nudi
mucchi di latta, ferrivecchi, dove
cantando vizioso un garzone già chiude

la sua giornata, mentre intorno spiove.

 

Continua a leggere

Pier Paolo Pasolini, “Il pianto della scavatrice”

I

Solo l’amare, solo il conoscere
conta, non l’aver amato,
non l’aver conosciuto. Dà angoscia

il vivere di un consumato
amore. L’anima non cresce più.
Ecco nel calore incantato

della notte che piena quaggiù
tra le curve del fiume e le sopite
visioni della città sparsa di luci,

scheggia ancora di mille vite,
disamore, mistero, e miseria
dei sensi, mi rendono nemiche
le forme del mondo, che fino a ieri
erano la mia ragione d’esistere.
Annoiato, stanco, rincaso, per neri

piazzali di mercati, tristi
strade intorno al porto fluviale,
tra le baracche e i magazzini misti

agli ultimi prati. Lì mortale
è il silenzio: ma giù, a viale Marconi,
alla stazione di Trastevere, appare

ancora dolce la sera. Ai loro rioni,
alle loro borgate, tornano su motori
leggeri – in tuta o coi calzoni

di lavoro, ma spinti da un festivo ardore
i giovani, coi compagni sui sellini,
ridenti, sporchi. Gli ultimi avventori

chiacchierano in piedi con voci
alte nella notte, qua e là, ai tavolini
dei locali ancora lucenti e semivuoti.

Stupenda e misera città,
che m’hai insegnato ciò che allegri e
feroci
gli uomini imparano bambini,

le piccole cose in cui la grandezza
della vita in pace si scopre, come
andare duri e pronti nella ressa

delle strade, rivolgersi a un altro uomo
senza tremare, non vergognarsi
di guardare il denaro contato

con pigre dita dal fattorino
che suda contro le facciate in corsa
in un colore eterno d’estate;

a difendermi, a offendere, ad avere
il mondo davanti agli occhi e non
soltanto in cuore, a capire

che pochi conoscono le passioni
in cui io sono vissuto:
che non mi sono fraterni, eppure sono

fratelli proprio nell’avere
passioni di uomini
che allegri, inconsci, interi

vivono di esperienze
ignote a me. Stupenda e misera
città che mi hai fatto fare

esperienza di quella vita
ignota: fino a farmi scoprire
ciò che, in ognun, era il mondo.

Una luna morente nel silenzio,
che di lei vive, sbianca tra violenti
ardori, che miseramente sulla terra

muta di vita, coi bei viali, le vecchie
viuzze, senza dar luce abbagliano
e, in tutto il mondo, le riflette

lassù, un po’ di calda nuvolaglia.
È la notte più bella dell’estate.
Trastevere, in un odore di paglia

di vecchie stalle, di svuotate
osterie, non dorme ancora.
Gli angoli bui, le pareti placide

risuonano d’incantati rumori.
Uomini e ragazzi se ne tornano a casa
– sotto festoni di luci ormai sole –

verso i loro vicoli, che intasano
buio e immondizia, con quel passo blando
da cui più l’anima era invasa

quando veramente amavo, quando
veramente volevo capire.
E, come allora, scompaiono cantando. Continua a leggere

Pier Paolo Pasolini, da “Le ceneri di Gramsci”

Pier Paolo Pasolini

I

Non è di maggio questa impura aria
che il buio giardino straniero
fa ancora più buio, o l’abbaglia

Con cieche schiarite…questo cielo
di bave sopra gli attici giallini
che in semicerchi immensi fanno velo

alle curve del Tevere, ai turchini
Monti del Lazio…Spande una mortale
pace, disamorata come i nostri destini,

tra le vecchie muraglie l’autunnale
maggio. In esso c’è il grigiore del mondo
la fine del decennio in cui ci appare

tra le macerie finito il profondo
e ingenuo sforzo di rifare la vita;
il silenzio, fradicio e infecondo…

Tu giovane, in quel maggio in cui l’errore
era ancora vita, in quel maggio italiano
che alla vita aggiungeva almeno ardore,

quanto meno sventato e impuramente sano
dei nostri padre – non padre, ma umile
fratello – già on la tua magra mano

delineavi l’ideale che illumina
(ma non per noi: tu, morto, e noi
morti ugualmente, con te, nell’umido

giardino) questo silenzio. Non puoi,
lo vedi?, che riposare in questo sito
estraneo, ancora confinato. Noia

patrizia ti è intorno. E, sbiadito,
solo ti giunge qualche colpo d’incudine
dalle officine di Testaccio, sopito

nel vespro; tra misere tettoie, nudi
mucchi di latta, ferrivecchi, dove
cantando vizioso un garzone già chiude

la sua giornata, mentre intorno spiove. Continua a leggere

“Cartoline al tuo silenzio”

ESTRATTI

Qualcuno ha telefonato in piena notte,

mi cercava, ma non ho fatto in tempo

e nella cornetta, tra un tu tu e l’altro,

mi è sembrato ci fosse un fruscio

o un volteggiare frenetico

come ali di insetti contro un vetro.

 

Subito ho pensato alla casa sul porto,

allo sciame di api che assediano il terrazzo

e a te che non chiami da troppo tempo.

Allora ho ripreso in mano il telefono

per domandarti se poco fa,

mentre dormivo…

 

In tutti questi anni, che potrei riassumere

in decine di sogni con noi due abbracciati

e squassanti risvegli solitari, ti ho sentita

così vicina e viva in ogni momento

che molte volte lo dimentico:

non sei più raggiungibile

e non puoi telefonare da nessuna cabina,

 

o almeno è quello che molti credono.

 

(da Prove del diluvio, 2017)

Continua a leggere

In uscita la nuova edizione di “Poesie a Casarsa”, la raccolta d’esordio di Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini, Foto d’archivio

Venerdì 18 gennaio, alle 17.30, a Casarsa, nella sala consiliare di Palazzo Burovich De Zmajevich sarà presentata la nuova edizione di Poesie a Casarsa, la piccola raccolta di poesie di Pier Paolo Pasolini pubblicata nel 1942 quando Pasolini ha vent’anni in dialetto friulano di Casarsa. Esordio prezioso, difficile, ma che non sfuggì a lettori di prim’ordine e soprattutto a un critico autorevole come Gianfranco Contini, che riconobbe subito in quel libretto ‘l’odore irrefutabile della poesia’.

Poesie a Casarsa fu stampato a Bologna in 375 esemplari dalla Libreria Antiquaria Mario Landi: i suoi testi continuano a figurare nel vasto corpus delle poesie di Pasolini, ma l’umile edizione del ’42 è diventata ormai un libro rarissimo e leggendario della poesia del Novecento, e da tempo meritava di essere riproposto nella sua forma originaria.

Per iniziativa del Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, Ronzani Editore ha curato due diverse ristampe di Poesie a Casarsa: l’edizione in facsimile, in 1000 esemplari; e una preziosa nuova edizione tipografica in 500 esemplari, eseguita coi tipi a piombo della Tipografia Campi di Milano, l’unica in Italia a usare ancora la composizione con macchina Monotype. Continua a leggere

Addio a Pierluigi Cappello

Pierluigi Cappello: “Mi è sempre rimasta impressa una frase di Alberto Moravia che commentò così la morte di Pier Paolo Pasolini: “ … di poeti non ne nascono molti nel mondo … il poeta dovrebbe essere sacro…”.

Lutto nel mondo della poesia. Si è spento all’alba del primo ottobre 2017 nella sua casa di Cassacco (Udine), il poeta friulano Pierluigi Cappello. Aveva 50 anni e soffriva da tempo di una grave malattia. Nato a Gemona del Friuli (Udine) e cittadino onorario di Udine e Tarcento.

Pierluigi Cappello dall’età di 16 anni era finito in sedia a rotelle a causa di un incidente stradale con la moto. A causa delle gravi difficoltà economiche in cui il poeta viveva, già da qualche anno, grazie all’interessamento di Gian Mario Villalta, sostenuto dall’intera comunità dei poeti, Cappello beneficiava del vitalizio della legge Bacchelli.

Continua a leggere

Nuovi Argomenti n. 79 propone una monografia su Sandro Penna

Sandro Penna

Vi proponiamo le preziose traduzioni di alcune poesie di Sandro Penna realizzate da Patrizio Ceccagnoli e Susan Stewart contenute nella monografia su Sandro a Penna a cura di Maria Borio. Un volume da acquistare, per restare nel cuore di un poeta dallo sguardo violento e sublime.

SANDRO PENNA, SELECTED POEMS

Mi avevano lasciato solo
nella campagna, sotto
la pioggia fina, solo.
Mi guardavano muti
meravigliati
i nudi pioppi: soffrivano
della mia pena: pena
di non saper chiaramente…

E la terra bagnata
e i neri altissimi monti
tacevano vinti. Sembrava
che un dio cattivo
avesse con un sol gesto
tutto pietrificato.

E la pioggia lavava quelle pietre. Continua a leggere

Adonis, “La foresta dell’amore in noi”


L’ultima raccolta di poesie di Adonis pubblicata in Italia “La foresta dell’amore in noi“, versi potenti e brevissimi, tradotti dall’arabo da Fawzi Al Delmi rientra tra i grandi classici riproposti  nel 2017 nella Nuova Collana Tascabili edita da Guanda. Si tratta di un testo inedito del più famoso poeta di lingua araba : Adonis è siriano, ma da anni vive a Parigi. Gli altri poeti pubblicati nella stessa collana dei Tascabili sono il premio Nobel Seamus Heaney, Charles Bukowski, Jacques Prévert, Dylan Thomas e Pier Paolo Pasolini.


Adonis, che oggi ha 87 anni (il suo vero nome è Ali Ahmed Saïd Esber), ha impiegato un anno per scrivere queste poesie, brevi e certe volte brevissime. che tornano potentemente a evocare temi come esilio e migrazioni, ma soprattutto, al centro, c’è il corpo della donna: mani, fianchi, natiche, seni e corpi. “Perché Adonis è terribilmente giovane dentro, e ha ancora tanta la voglia di viaggiare, raccontare, amare” dichiara Luigi Brioschi direttore editoriale di Guanda dal 1986. Vero è che la questione della donna e della sua emancipazione nel mondo arabo è un tema caro al poeta siriano.

Continua a leggere

Sandro Penna, poesie, prose e diari

Sandro Penna

L’ultimo autore pubblicato nel 2017 nella prestigiosa Collana dei Meridiani Mondadori è Sandro Penna. Il volume raccoglie per la prima volta l’intero corpus delle poesie di Sandro Penna, le prose pubblicate in vita dall’autore e una scelta cospicua degli scritti di diario finora inediti.

La curatela dell’opera è di Roberto Deidier, affiancato da Elio Pecora soprattutto nella preziosa e intensa Cronologia che consente la lettura avvertita e partecipe di uno dei massimi poeti del Novecento e stabilisce un nuovo ordinamento delle poesie, sostenuto da un accurato lavoro critico e filologico.

Il risultato è un efficace ritratto di “Penna secondo Penna“, arricchito da testimonianze inedite e preziose. Tutta l’originalità di un poeta che – ha detto Garboli – «trascrive direttamente dal vissuto, riducendo a pochi suoni inimitabili una tastiera letteraria fatta di combinazioni miracolose», che lo portarono a scrivere “poesie quadro” di straordinaria intensità, brevissime come quelle che qui proponiamo:

Vivere vorrei addormentato
entro il dolce rumore della vita Continua a leggere

VOLA ALTA PAROLA 2017


 

Torna per il quarto anno, presso la biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, Vola alta parola, rassegna poetica curata anche quest’anno dal poeta e recensore culturale Guido Monti.

Inaugurerà la rassegna organizzata dalla Fondazione palazzo Magnani venerdi 23 giugno ore 21.30 uno tra i più stimati poeti inglesi Jamie Mckendrik in dialogo con Massimo Bacigalupo, seguirà venerdi  col suo nuovo libro, Madre d’inverno, Vivian Lamarque, mercoledì 5 luglio lo scrittore ed editore tedesco Michael Kruger parlerà del suo percorso poetico con Luigi Forte e chiuderà con un reading dal suo ultimo libro, Fatti vivo, il 14 luglio la poetessa Chandra Livia Candiani. Quattro incontri di poesia, dunque, per far riflettere il pubblico sull’importanza di questa arte come strumento anche di coesione e ricchezza linguistica di una comunità in un momento di alta disgregazione sociale dovuta anche ad una sempre più spiccata approssimazione ed ignoranza linguistica. Ecco Vola alta parola si propone in questo nuovo ciclo di incontri come sempre di rimettere al centro l’uomo, la sua spiritualità, il momento della condivisione, nel tempo del cieco individualismo e della facile ideologia. Continua a leggere

SE SONO PAROLE QUELLE CHE NESSUNO ASCOLTA

Mario Luzi

di Bianca Sorrentino

«Più di quanto potrebbe consolarci / cresce nel vento d’autunno una pallida / primavera tanto a lungo negata, / fioriture di lagrime, di grappoli / nidi d’inesprimibile, alveari, / miele se è il miele che nessuno accoglie, / gemiti rari e parole se sono / parole quelle che nessuno ascolta»: Mario Luzi, con la grazia luminosa dei suoi versi, sarà protagonista del nuovo appuntamento di “Credo soltanto nelle parole”, il ciclo di eventi che la Libreria Zaum di Bari dedica alla poesia italiana del Novecento. Una volta al mese ci incontriamo per immergerci nell’universo poetico di autori che hanno saputo dire il loro tempo, urlando l’improrogabilità dell’impegno civile e avvertendo l’urgenza della bellezza come ha fatto Pier Paolo Pasolini, riempiendo le assenze con la densità delle parole come ci insegna Cristina Campo, attraversando e lasciandosi attraversare dalla malattia e dall’amore che ferisce – penso tra tutti ad Amelia Rosselli. Continua a leggere

Osip Mandel’štam

Nota d’introduzione
di Gianfranco Lauretano

Nel 1913, quando il mondo intero stava per fare un doppio salto nel vuoto, trascinato dalla guerra mondiale e dalla Rivoluzione, a San Pietroburgo un gruppo di poeti si inseriva autorevolmente nella letteratura russa, rompeva i legami con il simbolismo tra Otto e Novecento, alla ricerca di un realismo autentico e concreto, mosso dalla volontà di raggiungere l’acme delle cose, toccare la loro essenza. Di quel gruppo facevano parte Sergej Gorodeckij, Nikolaj Gumilëv, Anna Achmatova e Osip Mandel’štam.
Quello stesso anno Mandel’štam dava alle stampe la sua prima raccolta di versi, La pietra. La sua poesia è intrisa di sentimenti primari, oggetti, viandanti, specchi, dita che scivolano sulla superficie del mondo e sulla carne. I suoi versi sono pietre levigate, limate con tenacia e sapienza. Il suo è un gesto poetico netto, puro, indomabile. Continua a leggere

“L’indecenza della forma”, Pasolini nella stanza della tortura

indecenza_wh

di Daniele Campanari

Parla il poeta, finalmente, anche se ha parlato più volte. Ma per quante siano state le occasioni, sembra che non sia mai abbastanza. Si dice allora che è necessario il bisogno di esprimersi con più mandate: così com’è per la chiave che apre la porta, ogni giro vale una serie di parole dette con l’arte sulla lingua. Si entra, in questo caso, a teatro. Ad aprire il sipario, in prima nazionale lunedì 13 febbraio al Teatro Argentina di Roma, è Pier Paolo Pasolini. Non lui in persona, ci mancherebbe, ma la sua anima prestata agli attori in scena: Francesca Benedetti e Sebastian Gimelli Morosini, sapientemente guidati da Marco Carniti. Il nuovo testo de “L’indecenza della forma” (Pasolini nella stanza della tortura) porta invece la firma di Giuseppe ManfridiContinua a leggere

“Credo soltanto nelle parole”

Pasolini-nuova

Pier Paolo Pasolini

Nota di Bianca Sorrentino

«Io credo soltanto nella parola. La parola ferisce, la parola convince, la parola placa. Questo, per me, è il senso dello scrivere»: così recita l’aforisma di Ennio Flaiano cui si ispira il titolo del ciclo di incontri sulla poesia italiana del ’900 che si terrà a Bari, a partire da gennaio, presso la Libreria Zaum, piccolo scrigno di bellezza, terreno fecondo in cui germogliano iniziative originali e di spessore.

Continua a leggere

UMANA, TROPPO UMANA

marilynPoesie per Marilyn Monroe
A cura di Fabrizio Cavallaro e Alessandro Fo

Il 1° giugno del 2016 Marilyn Monroe avrebbe compiuto novant’anni. Questa raccolta intende ricordarla con un omaggio alla sua (ferita) grandezza. Sulla scia dei versi che le dedicarono Pier Paolo Pasolini e Dario Bellezza, molti poeti italiani di oggi si sono qui ritrovati per celebrarla con una tenera e partecipata ‘offerta musicale’ nella forma di una ghirlanda di liriche. Ne scaturisce un ritratto di Marilyn Monroe a più dimensioni. Continua a leggere

La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma diventa anche un Museo

spazio900Giornate internazionali di studio
Biblioteca Nazionale Centrale di Roma
Mercoledì 16 e Giovedì 17 Novembre 2016

_

Le Biblioteche anche come Musei: dal Rinascimento ad oggi

Negli ultimi decenni, grazie ad una mirata politica d’incremento dei suoi fondi, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ha sempre più assunto la connotazione di archivio di raccolte degli autori contemporanei: è nata da qui l’idea di realizzare un vero e proprio museo della letteratura del Novecento, l’area espositiva permanente Spazi900, ideata e progettata dal Direttore della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma Andrea De Pasquale, inaugurata il 10 febbraio 2015 alla presenza del Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo Dario Franceschini. Continua a leggere

Padri 2: “Il tema del padre nella poesia italiana del Novecento”

13392212_10207994708659347_6853594640336904687_o

A Milano, al Laboratorio Formentini, giovedì dalle ore 19:30 alle ore 20 secondo appuntamento: “Il tema paterno nella poesia italiana del Novecento”.

A cura di Milo De Angelis.

Letture di Viviana Nicodemo

Giovanni Pascoli, Umberto Saba, Camillo Sbarbaro,  Salvatore Quasimodo, Leonardo Sinisgalli, Alfonso Gatto,  Pier Paolo Pasolini, Franco Loi, Cesare Viviani,  Roberto Mussapi, Maria Pia Quintavalla, Mario Benedetti, Alberto Bertoni, Giuseppe Genna.

Casa della Poesia di Milano – Via Formentini,10

 

“La lima che sottile incide. La letteratura del ‘900 nell’opera xilografica di Schialvino & Verna”

Invito Schialvino Verna

Venerdì 13 maggio 2016, ore 17.30, inaugurazione di una nuova mostra all’interno del museo Spazi900 della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, (Viale Castro Pretorio, 105, 00185 Roma , Sala 1 BNCR).

Gianfranco Schialvino e Gianni Verna, maestri incisori piemontesi di fama internazionale, fondatori nel 1987 dell’associazione “La Nuova Xilografia”, hanno saputo promuovere questa antica tecnica di stampa su legno da Stoccolma a Montreal, da Edimburgo a Buenos Aires, attraverso mostre, conferenze, seminari e corsi di insegnamento. La Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, nell’ambito del progetto di valorizzazione delle sue collezioni contemporanee Spazi900 e in occasione del Maggio dei Libri 2016, dedica all’arte di Schialvino e Verna, e al loro significativo rapporto con la letteratura del Novecento, l’esposizione «La lima che sottile incide». La letteratura del ‘900 nell’opera xilografica di Schialvino & Verna (visitabile dal 13 maggio al 15 luglio, lun-ven 10-18, sab 10-13, ingresso gratuito), a cura del Direttore della Biblioteca Nazionale Andrea De Pasquale, che si inaugura presso la Sala 1 della BNCR venerdì 13 maggio alle ore 17.30.

Continua a leggere

Intervista a Franco Buffoni, “Avrei fatto la fine di Turing”

Franco BuffoniIntervista di Luigia Sorrentino a Franco Buffoni (Nella foto di Dino Ignani)

“Avrei fatto la fine di Turing” (Donzelli, 2015) arriva poco dopo l’uscita di “Jucci” (Mondadori, 2014) vincitore prima del Premio Poesia città di Fiumicino, del  Premio Viareggio-Repaci per la Poesia e poi del Premio Castello di Villalta per la Poesia nel 2015.  La narrazione di Franco Buffoni si concentra sull’elemento della genitorialità vissuta con estrema difficoltà dal punto di vista famigliare e sociale.  In questo libro il lettore si troverà di fronte a una condizione umana privata che aggancia contemporaneità e memoria diventando testimonianza.

Continua a leggere

In scena “Porcile” di Pier Paolo Pasolini

porcile2

Al TEATRO VASCELLO di ROMA
dal 16 al 28 febbraio 2016 (feriali ore 21.00, festivi ore 18.00, lunedì riposo)

PORCILE
di PIER PAOLO PASOLINI

Regia VALERIO BINASCO

Con Valentina Banci, Francesco Borchi, Fulvio Cauteruccio, Pietro d’Elia, Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Fabio Mascagni, Franco Ravera

Nuova produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana / Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia con la collaborazione di Spoleto58 Festival dei 2 Mondi

Nota di Valerio Binasco

Porcile è un dramma in undici episodi che Pasolini ha scritto nel 1966 e che poi, nel 1969, ha trasposto nel film omonimo per raccontare l’impossibilità di vivere secondo le proprie coordinate, i propri istinti, preservando l’intima natura di se stessi dal mondo cannibale. Continua a leggere

In memoria di te, Pier Paolo Pasolini

pasolini-2Il 2 novembre 1975 moriva Pier Paolo Pasolini. Continua a leggere

Pier Paolo Pasolini, “Carne e cielo”

 

pasolini_salaniLa casa editrice Salani (Gruppo editoriale Mauri Spagnol) pubblica Carne e cielo, una selezione di poesie di Pier Paolo Pasolini per giovani con un’introduzione di Valerio Magrelli.

Per questa speciale occasione, l’immagine della collana economica di poesia per giovani di Salani viene rinnovata utilizzando il tratto particolare e di immediato impatto dell’illustratrice Olimpia Zagnoli.

___

Dall’ Introduzione di Valerio Magrelli

PPP: POLITICA, PELLICOLA, POESIA

“Uno scaffale. Se dovessi riassumere la lenta e inarrestabile crescita dell’eredità lasciata da Pasolini forse non potrei farlo meglio che con questa semplice immagine. Infatti i contributi critici sul suo lavoro (versi, narrativa, saggistica, teatro cinema) occupano un metro lineare della mia libreria – la libreria di un lettore che non è né un italianista né un ‘pasolinologo’. Mentre scrittori forse altrettanto grandi sono fatti oggetto di pochi, magari ottimi ma sporadici studi (da Moravia a Parise, dalla Ortese alla Morante, per non parlare dei nostri poeti), Pasolini, insieme al suo fraello rivale Calvino, conosce ormai un successo planetario. Con un particolare non indifferente: se l’autore di “Marcovaldo” esiste solo in forza della sua scrittura, PPP si è andato trasformando in profeta, martire, corsaro, visionario, politico e credente. Quanto all’estero, poi, si pensi che paesi distanti fra loro come la Francia e l’India tributano alla sua memoria un vero e proprio culto. Continua a leggere

Addio a Livio Garzanti

 

livio_GarzantiE’ morto in una clinica di Milano all’età di 93 anni l’editore Livio Garzanti. L’annuncio della scomparsa, avvenuto la notte scorsa, è stato dato dall’avvocato Marino Busnelli, su incarico della famiglia. Garzanti era stato ricoverato alcuni giorni fa. La camera ardente si terrà lunedì 16 febbraio, dalle ore 9 alle 12, nella Sala Garzanti, in via della Spiga 30 a Milano. Nel palazzo che ha ospitato la casa editrice alle ore 14, sempre di lunedì prossimo, si terrà la commemorazione civile di Livio Garzanti. Continua a leggere

Una poesia per l'Aquila…

20160406103217-image
Nota di Loretto Rafanelli
La poesia, si sa, non cambierà il mondo, ma di sicuro ci consegna il tratto di una verità ulteriore e un’ emozione rara: il linguaggio della solidarietà più profonda. I versi che tante persone ci hanno inviato,  si mescolano a quelli di poeti noti,  come Franco Arminio, Alberto Bertoni, Tiziano Broggiato, Anna Buoninsegni, Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Emilio Coco, Roberto Carifi, Fabrizio Dall’Aglio, Matteo Fantuzzi, Enrico Fraccacreta, Paolo Lisi, Valerio Magrelli, Roberto Mussapi, Elio Pecora, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Luigia Sorrentino, Gian Mario Villalta, Cesare Viviani, Emilio Zucchi,  a formare un’unica, grande e luminosa voce. Continua a leggere

Marco Nereo Rotelli, una luce per l'Aquila

 

Evento
___
Marco Nereo Rotelli in : UNA LUCE,  Installazione luminosa per l’Aquila

16 dicembre 2014 dalle ore 18:30

Testi di
Attilio Bertolucci
Pier Paolo Pasolini

Voce recitante

Thomas Haskell Simpson

In collaborazione con il progetto
Se tu scrivi una poesia per L’Aquila…” con UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DE L’AQUILA, DIPARTIMENTO DI SCIENZE UMANE

Coordinamento
Elena Lombardi | Art Project Continua a leggere

Artforum, al Madre incontro con Charles Guarino

artforumLunedì 20 ottobre 2014 alle ore 18:00 (Sala delle Colonne, primo piano) il museo MADRE di Napoli ospiterà la prima tappa di un ciclo di conversazioni con Charles Guarino, Publisher di “Artforum International”, una delle più importante rivista di arte contemporanea del mondo.
Le altre conversazioni si terranno in Italia, sempre nel mese di ottobre, al MAXXI di Roma e presso lo Studio La Città di Verona. Continua a leggere

Omaggio a Pasolini a Bruxelles

pasolini--330x185Arte e poesia insieme per celebrare la memoria di uno dei più grandi intellettuali del novecento europeo: dal 6 dicembre 2013 sarà in mostra a Bruxelles una parte delle opere della mostra “PPP. Una polemica inversa. Omaggio a Pier Paolo Pasolini“. L’esposizione, ospitata dall’Istituto italiano di cultura, vuole rendere omaggio al grande scrittore e regista italiano, attraverso la comunione fra poesia e arte, mettendo al centro Continua a leggere

Addio a Vincenzo Cerami

E’ morto Vincenzo Cerami.
Dopo una lunga malattia si spento a 73 anni lo scrittore, noto al grande pubblico per avere scritto con l’amico Roberto Benigni “La Vita è Bella”. In carriera ha collaborato con i più grandi registi del panorama cinematografico italiano. Il suo primo romanzo “Un Borghese Piccolo Piccolo”, suscitò l’attenzione di Pier Paolo Pasolini ma, a causa della prematura morte del cineasta bolognese, fu successivamente portato sul grande schermo da Mario Monicelli. Continua a leggere

“Frocio e basta” (così muore un poeta)

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

di Nadia Agustoni

Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti. Frocio e basta.
Effigie 2012 – Collana i Fiammiferi

Il libro di Carla Benedetti e Giovanni Giovannetti Frocio e basta 2012, sulla morte di Pier Paolo Pasolini è un’accurata documentazione di quanto è emerso negli ultimi dieci anni sull’omicidio del poeta di Casarsa. Ne esce un riassunto delle varie versioni del fatto date da Pino Pelosi, condannato allora per l’uccisione di Pasolini, uno sguardo sulle varie tesi riguardanti il delitto proposte nell’arco di oltre trent’anni da intellettuali, giornalisti, amici e parenti, e il dato degli ultimi pesanti indizi che hanno portato da più parti a chiedere una riapertura del processo. Continua a leggere

A “Notti d’autore” Emanuele Trevi

Giovedì 11 aprile 2013 a NOTTI D’AUTORE alle 0:30 su Rai Radio 1 Luigia Sorrentino incontra Emanuele Trevi, scrittore e critico italiano tra i più famosi e apprezzati. Nato a Roma nel 1964, Emanuele Trevi pubblica il suo primo romanzo nel 2003: “I cani del nulla”. Un libro considerato ormai un cult : in esso Trevi evidenzia il tratto di un nuovo modo di fare letteratura nel quale si è riconosciuta un’intera generazione, quella nata negli anni Sessanta.
La particolarità di Emanuele Trevi è quella di unire nella scrittura, vari registri narrativi: il romanzo, il saggio, la poesia, l’arte visiva, la fotografia. “Qualcosa di scritto”,  la storia di un incontro impossibile con Pier Paolo Pasolini, del 2012, è il suo ultimo libro. Forse quest’opera più di tutte le altre, evidenzia l’indeterminatezza “di genere” di Emanuele Trevi che spesso dice: “A me piacciono i libri che più che raccontare, più che dare una trama, sono la traccia di una trasformazione.”

L’AUDIO DELL’INTERVISTA A EMANUELE TREVI di Luigia Sorrentino

Continua a leggere

PPP una polemica inversa, Omaggio a Pier Paolo Pasolini

Appuntamento
_
Roma ricorda Pierpaolo Pasolini con una mostra d’arte contemporanea ispirata alla sua poesia. Oggi, 30 novembre 2012, a Palazzo Incontro (via dei Prefetti, 22) alle 18:00, sarà inaugurata la rassegna ‘PPP. Una polemica inversa’ nella quale saranno presentati ventidue artisti e undici poesie. La mostra è a cura di Flavio Alivernini.
L’iniziativa è il tentativo di rendere omaggio, attraverso la comunione fra poesia e arte, alla figura di uno fra i più grandi intellettuali del Novecento europeo.
Al centro del progetto, l’opera poetica di Pasolini, undici componimenti in versi tratti da ‘Le ceneri di Gramsci’, ‘La religione del mio tempo’, ‘Poesia in forma di rosa’, ‘Trasumanar e organizzar’, saranno rielaborati creativamente da due generazioni diverse di artisti, alcuni fra i più importanti pittori, scultori e fotografi operanti nel panorama italiano e internazionale: Claudio Abate, Carla Accardi, Gianfranco Baruchello, Matteo Basilè, Veronica Botticelli, Laura Canali, Giuseppe Capitano, Gianni Dessi’, Mauro Di Silvestre, Rocco Dubbini, Giosetta Fioroni, Nino Giammarco, Franco Gulino, Jannis Kounellis, Elena Nonnis, Nunzio, Giuseppe Pietroniro, Michelangelo Pistoletto, Oliviero Rainaldi, Pietro Ruffo, Maurizio Savini, Sten & Lex. Continua a leggere